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Israele diffonde video fasulli su Gaza piena di cibo: la propaganda che mostra la coda di paglia

A quale Ong verrebbe mai in mente di affermare che la distribuzione degli aiuti viene fatta “in linea con il diritto internazionale umanitario”?
Israele diffonde video fasulli su Gaza piena di cibo: la propaganda che mostra la coda di paglia
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di Angelo Palazzolo

Da appassionato di comunicazione pubblica, sono qui a commentare due video diffusi su YouTube dal ministero degli Esteri israeliano.

Il primo, titolato “Livelli record di aiuti umanitari a Gaza”, mostra pacchi di cibo raccolti da gente sorridente che alza il pollice e fa il segno del cuore con le dita in favore di telecamera. Le immagini vengono accompagnate da una didascalia sovraimpressa e da una voce meccanica, come quelle snervanti dei risponditori automatici.

Il testo è il seguente: In questo momento, Israele sta agevolando a livelli record l’arrivo di aiuti umanitari a Gaza, migliaia di camion, milioni di pasti, ogni giorno. Questa è una delle più vaste operazioni umanitarie attualmente in corso nel mondo e sta succedendo a Gaza (nda: forse perché è a Gaza che si sta consumando la più grave tragedia umanitaria del mondo degli ultimi 80 anni, causata da Israele?). Quando la necessità aumenta, gli aiuti vengono ridiretti dove necessario rapidamente; aiuti diretti ai civili, senza intermediari, senza costi, senza penuria, senza interruzioni. Un flusso ininterrotto e crescente di aiuti salvavita e tutto questo completamente in linea con il diritto internazionale umanitario.

Quest’ultima frase, calata così dal nulla, lascia trapelare la coda di paglia di Israele. A quale Ong verrebbe mai in mente di affermare che la distribuzione degli aiuti viene fatta “in linea con il diritto internazionale umanitario”? Che si tratti di excusatio non petita, accusatio manifesta?

Il pietoso video termina con questa frase infelice: Il vero aiuto si vede. I sorrisi non mentono. Hamas mente.

Se ci fossero “veri” aiuti, questi non si vedrebbero in un video girato da chi è alla sbarra con l’accusa di genocidio, ma se ne constaterebbero le conseguenze benefiche sulla popolazione. Se a Gaza ci fossero sorrisi (oltre a quelli dei militari dell’Idf in favore del proprio account social), Israele spalancherebbe le porte ai giornalisti, invece di vietare loro l’ingresso e di eliminare fisicamente quelli che si ostinano a rimanere e a documentarne l’orrore.

Infine, che Hamas menta a me non interessa, perché io non ascolto la voce di Hamas, ma ascolto le Nazioni Unite, la Cig, la Cpi, l’Ipc (Integrated Food Security Phase Classification) e soprattutto i giornalisti degni di questo nome, cui vanno eretti monumenti.

Il secondo video dal convincente titolo Riprese reali dei mercati alimentari di Gaza Luglio-Agosto 2025 sta circolando proprio in questi giorni, a ridosso del doppio attacco israeliano che – ripreso in video – sta facendo il giro del mondo. Il doppio attacco (in gergo: double tap strike, una tecnica molto in voga tra le organizzazioni terroriste: si colpisce un obiettivo la prima volta, poi si aspetta che accorrano amici/parenti, soccorritori, medici, giornalisti e si colpisce una seconda volta) ha fruttato, al peggior governo terrorista mai ospitato in questa terra, ben 20 vittime, tra cui 5 giornalisti.

Questo il contenuto del secondo inqualificabile video, sempre propagandato dal ministero degli Esteri israeliano:

Politici cinici e media di parte stanno mentendo. Le immagini no. Queste sono riprese reali dei mercati alimentari di Gaza luglio-agosto 2025. C’è cibo a Gaza, qualsiasi altra affermazione è una bugia.

Il video presenta le stesse caratteristiche del precedente: una voce robotica narrante, immagini di un mercato pieno di frutta, verdura, financo kebab fatti sul momento e dolci compra-venduti in completa tranquillità da una popolazione serena e libera. Mi chiedo come questi acuti comunicatori possano pensare che qualcuno creda che tali immagini siano rappresentative di qualcosa. Non si tratta di essere “vere” o “false”, quelle immagini semplicemente non rispondono a quella “verità sostanziale dei fatti” cui ogni giornalista è tenuto ad attenersi.

Non è un caso che nessun giornalista può accedere alla Striscia, cosicché la Hasbarà (la propaganda di Israele) possa impunemente spacciare per vere queste patetiche scenografie.

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