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Migranti, almeno 69 morti al largo della Mauritania. HRW sul Paese africano: “Ue e Spagna complici di abusi”

HRW denuncia gli accordi con la Mauritania che avrebbero incoraggiato la repressione aggravando le violazioni dei diritti umani e rendendo i viaggi ancora più rischiosi.
Migranti, almeno 69 morti al largo della Mauritania. HRW sul Paese africano: “Ue e Spagna complici di abusi”
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Secondo un nuovo rapporto della guardia costiera, sono almeno 69 i corpi recuperati e decine di persone risultano ancora disperse, a più di 48 ore dal naufragio di un’imbarcazione con a bordo migranti probabilmente diretti alle isole Canarie, avvenuto al largo delle coste della Mauritania, a circa 80 km a nord della capitale, Nouakchott. L’imbarcazione si è capovolta nella notte tra martedì e mercoledì con 160 persone a bordo. “Una delle nostre pattuglie è riuscita a salvare 17 persone, le ricerche continuano”, ha dichiarato un funzionario della guardia costiera, aggiungendo che i migranti hanno riferito che sull’imbarcazione erano quasi 200, quasi tutti cittadini senegalesi e gambiani. Secondo Helena Maleno, portavoce della ong spagnola Caminando Fronteras, “siamo di fronte a una delle tragedie più importanti di quest’estate”. Nel 2024 la rotta dalla Mauritania verso le Canarie ha causato 6.829 vittime in naufragi, e più in generale almeno 10.457 persone sono morte o disperse in mare nel 2024 lungo la “rotta atlantica”, una delle più letali al mondo. Secondo i dati del ministero dell’interno spagnolo, gli sbarchi alle isole Canarie sono crollati di oltre il 46% nella prima metà dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2024. Ma secondo l’indagine di Human Right Watch (Hrw) appena pubblicata, all’origine del forte calo ci sarebbe una gestione dei flussi migratori in Mauritania caratterizzata da gravi “violazioni dei diritti umani”, con la complicità, accusa l’organizzazione per i diritti umani, di Unione europea e Spagna. Violenze e abusi che, spiega HRW, avrebbero reso la rotta marittima ancora più rischiosa.

L’aumento delle intercettazioni in mare spinge le imbarcazioni dei migranti a percorrere rotte più lunghe e pericolose per evitare le pattuglie. L’accresciuta militarizzazione a Nouadhibou, ad esempio, ha portato a un aumento delle partenze da Nouakchott, nonostante la maggiore distanza, e le misure di controllo migratorio potenziate nel 2023 hanno fatto sì che più imbarcazioni navigassero verso ovest nell’Atlantico prima di dirigersi a nord. HRW ha documentato numerosi abusi commessi dalle forze di sicurezza mauritane durante e dopo le intercettazioni e gli sbarchi delle imbarcazioni, tra cui percosse, minacce, insulti e spari da parte delle forze marittime mauritane, presunti stupri durante la detenzione, per lo più spesso arbitraria, oltre a estorsioni e altre violenze. Nel 2024, il 71% dei decessi e delle sparizioni documentate il gruppo spagnolo per i diritti umani Caminando Fronteras tra le persone che viaggiavano in barca dall’Africa occidentale si è verificato tra coloro che erano partiti dalla Mauritania. Caminando Fronteras stima che fino a una persona su cinque sia morta o scomparsa durante il viaggio e che nel 2023 e nel 2024 i decessi e le sparizioni in mare sono aumentati.

Cosa c’entrano Spagna ed Unione europea? L’anno scorso la Mauritania ha firmato un accordo da 210 milioni di euro con l’Unione europea con l’obiettivo di dissuadere i migranti dall’utilizzare il Paese per raggiungere l’Ue. Nel rapporto appena pubblicato, HRW denuncia questi accordi e rileva che lo politiche di esternalizzazione europee, incentrate sulla deterrenza, hanno incoraggiato gli approcci repressivi al controllo migratorio, aggravando le violazioni dei diritti umani e rendendo i viaggi via mare ancora più rischiosi. Basato su oltre 200 testimonianze raccolte dal 2020, l’indagine denuncia inoltre la rete di abusi e torture perpetrati dalle forze di sicurezza mauritane contro migranti e richiedenti asilo. Le vittime, fra le quali 100 richiedenti asilo e numerosi adolescenti, denunciano di essere stati trattati “come animali”, con percosse, umiliazioni, estorsioni, abusi sessuali, torture e arresti arbitrari in centri di detenzione dove il cibo e l’igiene sono inesistenti. Oltre ai maltrattamenti, il rapporto documenta le espulsioni collettive illegali, che hanno visto 28.000 persone respinte con la forza “in località remote ai confini con Mali e Senegal” solo nei primi sei mesi del 2025, secondo le stime riportate. I migranti, tra cui donne incinte e minori, vengono abbandonati nel deserto, spesso in zone ad alto rischio per l’attività terroristica.

“Finanziando, equipaggiando e collaborando con le forze di sicurezza mauritane durante anni per rafforzare i controlli alle frontiere e migratori, senza che sia garantita l’esistenza di adeguate salvaguardie dei diritti umani, la Ue e Spagna hanno incentivato la repressione della migrazione e sono complici degli abusi”, si legge nel rapporto. Le autorità mauritane smentiscono le violenze e hanno definito le espulsioni collettive come operazioni di routine. Tuttavia, alla luce delle pressione internazionale, avrebbero adottato alcune misure, come un protocollo per l’assistenza medica per i migranti sbarcati, segnala il dossier. Che evidenzia come il controllo delle frontiere avvenga a costo di una drammatica perdita di vite umane. Anche la Commissione Ue ha risposto a HRW, assicurando di prendere molto sul serio le accuse e promettendo di esaminare il rapporto finale. La Commissione si è detta impegnata a gestire la migrazione “in modo umano e sostenibile, basato sui diritti umani”, garantendo che il rispetto dei diritti umani resta il criterio chiave per l’assegnazione dei fondi, con clausole contrattuali che consentono di sospendere o terminare i finanziamenti in caso di violazioni.

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