Caso Giulia Tramontano, la cognata di Impagnatiello condannata: “Comprò la sua auto per evitare i risarcimenti”
Comprò l’auto di Alessandro Impagnatiello nel tentativo di far apparire l’uomo nullatenente ed evitargli così di pagare il risarcimento alla famiglia di Giulia Tramontano. Con questa accusa, la cognata dell’ex barman che, nel maggio 2023, ha ucciso la fidanzata incinta di sette mesi è stata condannata a risarcire con circa 25mila euro i parenti della vittima. La donna – moglie del fratello di Impagnatiello – è stata citata in giudizio dalla famiglia Tramontano davanti al Tribunale civile di Milano.
Il giudice Francesco Pipicelli ha dato ragione alla famiglia della vittima, rappresentata dagli avvocati Rosario Santella e Giovanni Cacciapuoti, secondo cui quella macchina sarebbe stata venduta alla cognata di Impagnatiello solo al “fine di sottrarre il predetto bene alle ragioni creditorie dei familiari di Giulia Tramontano”. Una mossa, quella della vendita dell’auto da Impagnatiello alla cognata, che, secondo il Tribunale, sarebbe servita per “diminuire la consistenza patrimoniale” dell’ex barman e farlo risultare nullatenente, anche nell’ottica dei risarcimenti nel processo per l’omicidio, nel quale è stato condannato all’ergastolo in primo e secondo grado.
La Corte d’assise aveva infatti stabilito un risarcimento di 200mila euro a testa per i genitori e 150mila ciascuno per il fratello e la sorella. La vendita della Volkswagen T-Roc, la stessa auto su cui il barista, dopo avere assassinato a Senago la compagna e il figlio che portava in grembo, ha trasportato il cadavere per giorni, avvenne nell’agosto del 2023 per 10mila euro quando avrebbe invece avuto un valore di circa il doppio.
Come anticipato dall’edizione online del Corriere della Sera, secondo il Tribunale nel nucleo familiare “si condividono notizie, preoccupazioni, scopi e sentimenti” e quindi “verosimilmente era noto al fratello e alla cognata” ciò a cui andava incontro Impagnatiello “anche in termini di verosimili conseguente risarcitorie derivanti da un delitto così grave”. Il giudice Pipicelli ha quindi revocato la compravendita dell’auto e condannato la donna a rifondere ai familiari di Tramontano il reale valore dell’automobile, circa 20mila euro, più 5mila euro di spese legali.
Non solo. A ottobre dello scorso anno, la cognata del killer ha anche denunciato il furto dell’auto ma l’assicurazione si è rifiutata di risarcire. La compagnia assicurativa, come si evince dagli atti, aveva spiegato di “non poter formulare alcuna offerta perché sono emersi elementi contradditori e anomali tali da ritenere che i danni lamentati in relazione all’evento occorso il 28/10/2024 non appaiono riconducibili alla dinamica denunciata”.