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Il flop di Giménez, la rinascita di Scamacca, il paradosso di Vlahovic: gli umori dei bomber dopo la prima giornata

Fischi, applausi e un nuovo inizio. Novanta minuti e tre umori diversi: così i bomber delle big hanno vissuto la prima giornata di Serie A
Il flop di Giménez, la rinascita di Scamacca, il paradosso di Vlahovic: gli umori dei bomber dopo la prima giornata
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Giménez si prende i fischi, Vlahovic li trasforma in applausi. E Scamacca torna a segnare 455 giorni dopo l’ultima volta. 90’ (o anche meno) e tre umori diversi: così i bomber delle big hanno vissuto la prima giornata di campionato – contro Cremonese, Parma e Pisa – tra luci e ombre.

Da speranza a flop: le difficoltà del “Bebote” Giménez

Doveva essere la soluzione a tutti i problemi dell’attacco rossonero. E invece, otto mesi dopo Santiago Giménez è già un flop. Fuori forma e senza un’idea chiara in fase offensiva. È una prima punta, ma si muove sull’esterno: le prestazioni in area di rigore sono insufficienti e San Siro gli riserva i primi fischi. Contro la Cremonese (terminata 1-2) el Bebote colleziona 7 passaggi riusciti e 8 palloni persi: la prima occasione da titolare nella nuova stagione è da dimenticare. La sua gara è negativa e i commenti sui social sono spietati. Per il suo 4 in pagella e per un Milan che non poteva iniziare peggio una stagione in cui anche Giménez dovrà subito dare una svolta.

Fuori dal progetto ma sempre in gol: il paradosso di Vlahovic

Da separato in casa, forse, Vlahovic ha trovato la sua dimensione in bianconero. Sul mercato e fuori dal progetto (con un contratto che pesa nelle casse bianconere), l’attaccante serbo risponde alle critiche – e dai fischi – facendo gol sempre (e solo) da subentrato. Paradosso di un giocatore che non ha mai convinto del tutto, per prestazioni e soprattutto per un atteggiamento dentro e fuori dal campo molto spesso negativo. Ovviamente, la situazione contrattuale non sta aiutando (in scadenza a giugno 2026, l’ipotesi rinnovo è utopia) e i numerosissimi errori sotto-porta diventati anche meme e sfottò non hanno fatto altro che alimentare dubbi e perplessità attorno a lui. In poche settimane, però, Vlahovic ha trasformato quei famosi mugugni dagli spalti (vedi quelli nell’amichevole in famiglia contro la Next Gen) in applausi. Come? Segnando 3 volte nelle ultime 3 gare e mettendosi a disposizione della squadra. L’ultima rete è quella del definitivo 2-0 contro il Parma (dopo il vantaggio iniziale del nuovo attaccante titolare David).

Il mercato sta per chiudere e il futuro è ancora incerto (anche se le opzioni per un trasferimento, al momento, sono ridotte): “Mentalità giusta, professionalità e un gran bel gol. È un giocatore della Juve e fa quello che deve fare un giocatore della Juve. È applicato, sta facendo bene, sono contento. Ha fatto un mese di preparazione perfetta. Ora vediamo cosa succede in questa settimana di mercato che manca: io accetto tutto, l’ultima parola spetta alla dirigenza”, ha dichiarato Tudor. Intanto Vlahovic continua a postare sui social, ma senza scrivere niente: solo 6 foto che riassumono la sua serata. In attesa di conoscere il proprio destino, e con un gol in più.

La sfida di Scamacca

Gol, trasversa, sponde. Un punto di riferimento: Gianluca Scamacca gioca la sua prima vera partita dopo un anno e mezzo – e torna a esultare 455 giorni dopo (26 maggio 2024 contro il Torino). Prima la rottura del legamento, poi un problema alla coscia: contro il Pisa l’attaccante dell’Atalanta segna la rete del definitivo 1-1, risponde presente e lascia il campo con il sorriso.
Ritrovato il feeling con il gol, la sfida personale di Scamacca sarà quella di restituire – almeno in parte – i numeri di Lookman e di Retegui della passata stagione.

“La squadra ha perso due giocatori che hanno fatto l’80-90% dei gol, ma abbiamo preso altri giocatori che possono crescere e diventare ancora più forti”. Tra questi, c’è anche l’attaccante italiano considerato a tutti gli effetti un nuovo acquisto dopo il pieno recupero dall’infortunio: “Speriamo che continui a crescere, con il tempo si è sciolto. Volevo anche tenerlo dentro ma avevo paura di poterlo perdere. Ha fatto il gol e il punto di riferimento, sta crescendo”. Parola di Ivan Jurić.

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