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Migranti, guardia costiera libica attacca la Ocean Viking: “Centinaia di colpi, ecco le foto”

A dare la notizia la ong Sos Méditerranée in un post su X nel quale allega le foto dei bossoli e dei finestrini frantumati dai colpi.
Migranti, guardia costiera libica attacca la Ocean Viking: “Centinaia di colpi, ecco le foto”
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“Oggi la Ocean Viking è stata deliberatamente e violentemente attaccata in acque internazionali dalla Guardia Costiera libica che ha sparato centinaia di colpi contro la nostra nave. Gli 87 sopravvissuti e l’equipaggio stanno bene. Stiamo lavorando a ricostruire gli eventi”. Lo scrive Sos Méditerranée in un post su X al quale allega le foto dei bossoli e dei finestrini frantumati dai colpi. La nave appena soccorso un gommone al largo della Libia salvando decine di persone tra cui nove minori non accompagnati. “Solidarietà con l’equipaggio della Ocean Viking di Sos Mediterranee, che oggi è stato attaccato con colpi d’arma da fuoco dalla cosiddetta guardia costiera libica”, ha scritto Sea-Watch su X. “Cos’altro deve succedere perché l’Italia smetta di finanziare queste pericolose milizie criminali?”

La scorsa notte la Ocean Viking aveva soccorso un gommone in acque internazionali al largo della Libia salvando 47 persone tra cui 9 minori non accompagnati. Le autorità italiane hanno assegnato Marina di Carrara come porto di sbarco, a 1.300 km dall’area di salvataggio: “Sono 3 giorni e mezzo di navigazione – ha lamentato la ong – che terranno la nostra nave lontana dal Mediterraneo”. Trovandosi però in zona Sar (Search and rescue), ed essendo giornate di partenze era probabile che la nave sarebbe stata coinvolta in altri salvataggi prima di lasciare il tratto di mare di fronte alla Libia. La nave è ora in direzione delle coste italiane.

Sempre davanti alle coste libiche ieri altri sessanta africani – nigeriani, etiopi, eritrei, malesi, ivoriani e sudanesi – tra cui una donna incinta e un minore con ustioni gravi, sono stati salvati da un’altra nave ong, la Nadir, che ha anche recuperato, prima di fare rotta per Lampedusa, i cadaveri di tre sorelle sudanesi di 17, 12 e 9 anni. “Ci chiediamo – la reazione di Save the Children – a quante morti di bambine, bambini e famiglie di migranti dovremo ancora assistere prima che si concretizzi un sistema coordinato di ricerca e soccorso in mare che eviti tragedie come queste. Un sistema che, oltre a contrastare il traffico di essere umani in mano a criminali senza scrupoli, permetta alle navi impegnate in zona Sar di continuare a salvare vite in mare”.

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