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Un rigore e un cartellino rosso, ma anche lunghe attese e indecisioni: com’è andata la prima volta del FVS in Serie C

Tre gli episodi analizzati: un rigore in Perugia-Guidonia (concesso) e due falli da rosso in Livorno-Ternana
Un rigore e un cartellino rosso, ma anche lunghe attese e indecisioni: com’è andata la prima volta del FVS in Serie C
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Anche la Serie C ha il “suo” Var. Ma precisiamo: in tanti impropriamente nelle ultime settimane lo hanno denominato “Var a chiamata”, ma il FVS (Football Video Support) non prevede una Sala Var, ma soltanto delle telecamere gestite da bordocampo da un operatore e la possibilità di rivedere episodi dubbi o considerati errati. Il protocollo è semplice: ogni squadra ha a disposizione due chiamate a partita.

Per richiedere l’intervento, l’allenatore deve consegnare una card al quarto uomo dopo aver alzato una mano per fermare il gioco. Se la chiamata dà ragione alla squadra che ne fa uso, questa non viene conteggiata e il club potrà ancora usufruire di due revisioni. Se invece la valutazione dell’arbitro sarà corretta, la squadra che ne ha fatto uso avrà soltanto un’altra card a disposizione. Dopo ogni gol non servirà chiedere l’intervento, ma sarà il quarto ufficiale a controllare eventuali irregolarità in automatico.

Ne aveva già parlato Daniele Orsato, nuovo designatore della Can C nei primi giorni d’agosto e in occasione della prima giornata di campionato, negli anticipi di venerdì 22 agosto, il FVS ha fatto il suo esordio nei vari campi. Ma com’è andata? Quali sono state le prime impressioni di squadre, tifosi e allenatori in panchina? Il bilancio è in chiaroscuro.

Cosa è andato e cosa no all’esordio del FVS in Serie C

Il Football Video Support (abbreviato in FVS per comodità) è stato utilizzato per tre volte nei match del venerdì in Serie C: una in Perugia-Guidonia, le altre due in Livorno-Ternana. Il primo episodio che ha fatto la storia del FVS è avvenuto al minuto 22 del primo tempo di Perugia-Guidonia Montecelio. L’allenatore degli ospiti Ciro Ginestra ha chiesto la revisione di un sospetto tocco di mano in area da parte del perugino Giraudo. Dopo la revisione, l’arbitro Zuppi di Firenze ha assegnato il calcio di rigore. Il penalty è stato poi fallito (il match è finito 0-0), ma la correzione della svista dell’arbitro è sicuramente un segnale positivo.

Gli altri due casi sono avvenuti al “Picchi” di Livorno, dove la squadra toscana ha sfidato la Ternana in una partita terminata poi 1-0. A chiamare l’attenzione dell’arbitro è stato in entrambi i casi Fabio Liverani, allenatore della formazione ospite, per due episodi ritenuti da rosso dalla panchina della Ternana. Nel primo caso, Liverani si è lamentato di un presunto fallo del centrocampista amaranto Jesus Christ Mawete. Dopo aver consultato le immagini, l’arbitro ha però estratto un semplice cartellino giallo. Il secondo tentativo è stato invece efficace, avendo causato l’espulsione del livornese Marchesi dopo la revisione al monitor.

Il rigore concesso e l’espulsione sono sicuramente segnali positivi che arrivano dal supporto video in Lega Pro, ma meccanismo e metodo sono da perfezionare. Partiamo dalle tempistiche: troppo lunghe. Il procedimento – tra riflessione e decisione della panchina, revisione al monitor e scelta dell’arbitro – è molto lungo e ancora macchinoso. Così come forse sarebbe opportuno diminuire il tempo a disposizione dell’allenatore per richiedere l’intervento. Insomma, un esordio sufficiente viste le due correzioni dell’arbitro post chiamata, ma il procedimento ha ancora bisogno di alcuni accorgimenti per evitare altre perdite tempo e recuperi troppo lunghi.

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