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Sfrattato lo storico Leoncavallo. Dentro non c’era nessuno. Il centro sociale organizza un presidio: “Riprendiamocelo”

L'esecuzione era prevista per il 9 settembe ma si è deciso di anticipare. Sullo sfondo i risarcimenti che il Viminale deve alla proprietà. Il Leonka compie 50 anni proprio nel 2025
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Lo storico centro sociale Leoncavallo, a Milano, è sfrattato. Le operazioni di sgombero sono in corso, condotte da polizia e carabinieri. Lo sfratto era stato inizialmente notificato per il 9 settembre, tuttavia si è deciso di anticipare i tempi. Nel corso della giornata gli agenti della questura di Milano saranno impegnati nelle operazioni di messa in sicurezza e di vigilanza dell’area circostante. Dentro non c’è nessuno. Sono presenti anche l’ufficiale giudiziario e l’avvocato della proprietà, l’immobiliare Orologio della famiglia Cabassi. “Sono arrivati! Ci stanno sgomberando. Accorrete numerosi in via Watteau”: è l’appello lanciato dal centro sociale sui suoi social. Nel corso della mattinata, nei dintorni del centro sono continuate ad arrivare persone di tutte le età. Compresi i più anziani, che hanno vissuto i 50 anni di storia del Leonka. “Viva il Leoncavallo” è l’urlo partito al presidio che si è formato in via Stella, a cui è seguito un lungo applauso e un ulteriore grido “riprendiamocelo“.

Il centro sociale è stato fondato nel 1975 in via Leoncavallo, appunto, e da lì venne sgomberato nel 1994, anche il quel caso ad agosto (il 15). Poco dopo il centro si è trasferito nell’attuale sede di via Watteau, tra la zona di via Melchiorre Gioia e Greco, quadrante Nord Est della città. La Corte d’appello di Milano aveva condannato il ministero dell’Interno a versare tre milioni di euro a Orologio per il mancato sgombero degli scorsi anni e a sua volta il Viminale ha chiesto un risarcimento a Marina Boer, la presidente dell’associazione Mamme del Leoncavallo. Boer spera che “non sia la fine” del centro, anche se è consapevole che cercare un’alternativa sia molto difficile: “Certamente ci rivolgeremo alla città per avere un riscontro – ha commentato -. Il modo in cui si è conclusa questa fase è molto triste e dolorosa e dà l’immagine della volontà di non dialogo”. La prefettura in una nota ha sottolineato che l’esecuzione dello sgombero “consentirà anche di evitare ulteriori azioni risarcitorie nei confronti dello Stato”. La struttura, continua il palazzo del governo, è stato riconsegnata alla proprietà per la sua messa in sicurezza. “L’immobile in questione era stato occupato senza titolo dal settembre 1994, e l’autorità giudiziaria aveva da tempo condannato gli occupanti a rilasciare l’immobile. Dal 2005 vi sono stati numerosi tentativi di accesso da parte dell’ufficiale giudiziario, risultati infruttuosi”.

Solo pochi giorni fa il Leonka aveva avviato una raccolta fondi per resistere all’interno della struttura. “È uno sfratto esecutivo. Avremo 30 giorni per trovare un accordo con la proprietà per prendere un po’ di cose”: dicono le Mamme del Leoncavallo, che – colte di sorpresa – stanno cercando di fare un punto della situazione. “Di certo il Leoncavallo è andato”, constatano con tristezza, parlando di “una tragedia” ma preferiscono aspettare prima di altre dichiarazioni.

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