Back-on-track, il movimento per i treni notturni arriva anche in Italia: “Sono l’unica alternativa sostenibile all’aereo”
È il movimento europeo, composto da viaggiatori, ambientalisti, appassionati di mobilità e attivisti, che si batte per il rilancio dei treni notturni come alternativa sostenibile ai voli a corto raggio e ai viaggi su gomma. Back-on-track è nato nel 2014, quando la compagnia ferroviaria tedesca Deutsche Bahn ha annunciato l’interruzione dei collegamenti notturni: una mossa che innescò proteste e mobilitazioni tra pendolari e ferrovieri. Oggi è un’associazione no profit con base a Bruxelles, che da poco ha anche una sezione italiana. “Il nostro obiettivo è riportare i treni notturni al centro delle politiche di mobilità europee”, spiega il portavoce di Back-on-track Italia Giovanni Antoniazzi, data scientist specializzato in mobilità sostenibile, informatica e trasporti urbani.
“Il trasporto ferroviario di lunga distanza stava subendo un ridimensionamento drammatico“, ripercorre Antoniazzi. “Abbiamo visto progressi nella decarbonizzazione in diversi settori industriali e produttivi, ma i trasporti restano un punto critico. L’aviazione continua a crescere sia in volumi che in emissioni, e solo il treno notturno offre un’alternativa concreta e sostenibile”. Non si parla di riedizioni patinate dell’Orient Express per turisti facoltosi, né di nostalgie vintage: si tratta di un servizio pubblico affidabile e accessibile anche per le famiglie e i lavoratori. “Viaggiare in treno notturno non è solo una scelta ecologica, è anche più confortevole per le famiglie, evita le attese in aeroporto e permette di raggiungere il centro delle città senza stress”.
Back-on-Track raccoglie dati, elabora strategie e fa pressione sulle istituzioni, lavora in sinergia con attivisti climatici e in alcuni Paesi è sostenuto dai partiti ambientalisti. Non a caso, tra le brochure del movimento si ritrova l’adattamento ferroviario dello slogan di Greta Thunberg: “Night train for future”. L’associazione chiede una serie di misure concrete a livello europeo, cercando il dialogo con compagnie ferroviarie e istituzioni nazionali e comunitarie: “Proponiamo l’abolizione dell’Iva sui biglietti ferroviari internazionali per allineare i costi con il trasporto aereo, l’introduzione di una tassa sul cherosene per i voli intraeuropei, investimenti pubblici in nuove carrozze letto e cuccette, un sistema di biglietteria unificato che consenta ai viaggiatori di prenotare tratte gestite da più operatori con un unico ticket”.
Un altro obiettivo chiave è il rafforzamento dei servizi internazionali, trascurati rispetto alle tratte nazionali. Back-on-track propone di includere i collegamenti notturni transfrontalieri nei contratti di servizio pubblico ferroviario, così da garantirne la sostenibilità economica. Il movimento sostiene anche la creazione di una “European Train Union”, un organismo europeo che favorisca la cooperazione tra le compagnie ferroviarie e coordini gli investimenti in materiale rotabile: “Se davvero vogliamo una mobilità sostenibile, dobbiamo smettere di sovvenzionare il trasporto aereo e iniziare a investire in alternative a basse emissioni”, sottolinea Antoniazzi. Il principio è chiaro: “Chi inquina paga”. Ma ha senso puntare sui treni notturni in un paese dove molte tratte regionali sono inefficienti e i pendolari fanno i conti con ritardi cronici? “Proprio per questo“, risponde Antoniazzi, “serve una strategia di sistema che metta al centro la ferrovia in tutte le sue forme, dalle linee locali ai grandi collegamenti internazionali”.
Back-on-Track organizza eventi di sensibilizzazione, incontri e campagne di pressione sulle istituzioni. Back-on-Track Italia si affianca alle altre sezioni nazionali del network europeo, già attive in Germania, Belgio, Francia e altri Paesi. “La nostra battaglia è comune: vogliamo più treni notturni, più collegamenti a lunga percorrenza e un sistema ferroviario più equo rispetto ad altri mezzi di trasporto”, conclude Antoniazzi. “Viaggiare di notte in treno significa ridurre le emissioni, evitare i controlli aeroportuali e svegliarsi nel centro di una nuova città. Il futuro, se vogliamo che sia più libero e sostenibile, passa anche dai binari“.