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Per Nordio suicidi in carcere “sotto la media”, i Garanti dei detenuti: “Profondo sconcerto, parole di gravità inaudita”

Il comunicato due giorni dopo la discussa uscita del ministro della Giustizia, secondo cui non c'è "nessun allarme" sui numeri dei morti dietro le sbarre
Per Nordio suicidi in carcere “sotto la media”, i Garanti dei detenuti: “Profondo sconcerto, parole di gravità inaudita”
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Una nota per esprimere “il più profondo sconcerto” per le affermazioni di Carlo Nordio sui suicidi in carcere. A pubblicarla è il Coordinamento dei Garanti territoriali dei detenuti, due giorni dopo la discussa uscita del ministro della Giustizia secondo cui i 48 reclusi che si sono tolti la vita finora nel 2025 non sono il segnale di “nessun allarme, in quanto si tratta di un dato “al di sotto della media mensile ereditata dal governo”. Parole definite “di una gravità inaudita“, insieme a quelle – sulla stessa linea – dell’avvocata Irma Conti, componente del Collegio del Garante nazionale in quota Lega, che ha ricondotto il calo dei suicidi a un “miglioramento delle condizioni detentive” o all'”efficacia delle misure di prevenzione adottate“. Nel comunicato si contesta questa narrazione, dal punto di vista di “chi, avendo ben in mente quanto scritto all’articolo 27 della Costituzione italiana (“Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità”, ndr) entra quotidianamente in carcere e constata le gravi carenze del sistema (dalla fatiscenza delle strutture alla carenza del personale; dall’inadeguatezza delle prestazioni sanitarie all’impossibilità di realizzare con continuità progetti educativi) e il preoccupante e crescente livello di sovraffollamento”.

Le parole del Guardasigilli, accusano i Garanti, “appaiono ancor più gravi per chi, come noi, Garanti territoriali, è testimone di storie di sofferenza umana, di solitudine e di abbandono, a cui il ministro Nordio, con il suo commento, sembra non dare importanza, dimenticando, cinicamente, che non si tratta solo di numeri, ma di persone e che, per ciò solo, ogni morte in (e di) carcere è un fallimento dello Stato, rappresentando la cifra di una politica pubblica (penitenziaria) che non sta funzionando. È evidente”, sottolineano, “che, se si registrasse annualmente un numero così elevato di suicidi in qualsiasi altro luogo pubblico di custodia (che sia una scuola, un ospedale o un ricovero per persone anziane) l’atteggiamento di chi ricopre un ruolo istituzionale sarebbe ben diverso“.

Nel comunicato si ricorda poi il monito lanciato il 30 giugno scorso dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che aveva parlato di “emergenza sociale” a proposito del “drammatico numero” di suicidi in carcere: “Parole, queste, che non stanno ancora avendo alcun seguito né sembrano tradursi in interventi concreti che sappiano garantire, nell’immediato, condizioni di vita dignitosa alle persone detenute, come da tempo i Garanti territoriali chiedono e continueranno a chiedere”, sottolinea la nota. “Ma soprattutto”, concludono i garanti, “sono parole che smentiscono appieno le parole del ministro Nordio e rendono evidente l’inerzia di questo governo nel rapportarsi a ciò che rappresenta una vera e propria strage di Stato”.

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