Trump coi dazi ci ricatta e noi ci asserviamo: siamo al punto di non ritorno
di Stefano Maciocchi
Siamo in costante ricatto operato dal bullo Donald Trump sotto la forma dei dazi. Dovremo comprare beni e servizi dagli Usa per un totale di 600 miliardi di dollari. Una cifra folle e che costringe l’Unione Europea ad acquistare a prezzi fuori mercato, spesso il doppio se non il triplo (vedasi il prezzo del gas dal mercato statunitense).
Purtroppo né l’Ue e tanto meno l’Italia hanno potere politico e contrattuale per resistere a queste minacce. Per arginare questo ricatto dovremmo venire a patti con la Russia di Putin e la Cina di Xi. E guardare anche ai mercati arabi, indiani e degli altri paesi Brics. Ma chi ci assicura che Putin e Xi non utilizzino lo stesso comportamento di Trump, imponendo dazi uguali o al massimo leggermente inferiori di quelli degli Stati Uniti?
Inoltre, per le imprese Ue che esportano negli Usa, occorreranno mesi se non addirittura anni per ottenere le stesse quote di mercato nei nuovi paesi.
Infine, siamo disposti a lasciare al loro destino l’Ucraina e Taiwan?
Come si vede lo scenario futuro è di un generale asservimento della Ue all’uno o all’altro dei dittatori che stanno spartendosi il bottino del mondo. La conseguenza sarà un generale impoverimento del ceto medio europeo che pagherà le conseguenze dei dazi in termini di perdita del valore reale del salario. Non dimentichiamoci infine dell’impatto che avrà l’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, soprattutto per i giovani che non hanno specifiche competenze ed esperienza.
Nel frattempo la destra di governo non solo non sta affrontando nessuno degli argomenti trattati, ma si è totalmente asservita ai ricatti di Trump, indebolendo ulteriormente la già fragile stabilità politica dell’Unione Europea.
Siamo arrivati al punto di non ritorno, assolutamente impreparati alle sfide colossali che dovranno essere affrontate. Le generazioni future ci malediranno per questa nostra incapacità ed ignavia.