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Cresce ancora il costo del carrello della spesa: +3,2% a luglio. Accelerano alimentari (+3,7%) e trasporti (+3,3%)

I dati dell'Istat confermano l'accelerata dei prezzi dei beni essenziali e ad alta frequenza di acquisto. Mentre l'inflazione generale resta stabile per via del calo dei prezzi dell'energia
Cresce ancora il costo del carrello della spesa: +3,2% a luglio. Accelerano alimentari (+3,7%) e trasporti (+3,3%)
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Anche a luglio corre il carrello della spesa. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona – il cosiddetto “carrello della spesa” appunto – segnano un’accelerazione su base annua dal +2,8% di giugno al +3,2%, poco sotto il +3,4% della stima preliminare diffusa dall’Istat. In aumento anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che passano dal +2% al +2,3%. Nel mese che ha visto salire alla ribalta il tema delle località balneari “vuote” in confronto con gli anni precedenti non si registrano ulteriori aumenti dell’indice Ipca per i servizi ricettivi e di ristorazione, che però ha toccato un picco a giugno salendo a quota 133,5 (prendendo il 2015 come anno di riferimento con indice pari a 100). L’opposizione attacca: Elly Schlein già domenica aveva accusato il governo di non occuparsi del ceto medio impoverito, oggi Marco Grimaldi di Avs rincara: “Gli stipendi valgono sempre meno, mentre il costo della vita corre veloce come Marcel Jacobs”.

L’inflazione generale, invece, resta stabile. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, cresce dello 0,4% rispetto a giugno e dell’1,7% su base annua, confermando il ritmo del mese precedente e la stima preliminare. Una stabilità che – spiega l’Istat – riflette andamenti opposti tra i diversi comparti: da un lato si accentua la flessione dei prezzi degli energetici (-3,4% da -2,1%), dall’altro accelera la crescita di quelli alimentari (+3,7% da +3,3%).

Nei servizi si registrano rialzi più marcati per il comparto trasporti (+3,3% da +2,9%) e per i servizi vari (+2,2% da +1,6%), mentre rallentano quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona (+2,7% da +3,2%). Guardando nel dettaglio, la stabilità dell’inflazione tendenziale (cioè rispetto all’anno prima) è il risultato di aumenti più rapidi per i beni alimentari non lavorati (da +4,2% a +5,1%) e lavorati (da +2,7% a +2,8%), a fronte di un rallentamento per gli energetici regolamentati (da +22,6% a +17,1%) e di una flessione più marcata per quelli non regolamentati (da -4,2% a -5,2%). L’inflazione di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi, resta ferma a +2%, mentre quella depurata dai soli beni energetici accelera lievemente (da +2,1% a +2,2%).

Su base annua, i prezzi dei beni rallentano leggermente (da +0,9% a +0,8%) così come quelli dei servizi (da +2,7% a +2,6%), mantenendo invariato il differenziale di +1,8 punti percentuali. L’aumento mensile dell’indice generale è trainato in particolare dagli energetici non regolamentati (+2,2%) e regolamentati (+1,2%), dai servizi di trasporto (+0,9%), dai servizi vari (+0,6%), dagli alimentari lavorati e dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,3% entrambi). Calano invece gli alimentari non lavorati (-0,6%) e i beni durevoli (-0,3%). Infine, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) segna a luglio -1% rispetto al mese precedente – complice l’avvio dei saldi estivi, non considerati dal Nic – e +1,7% su base annua (da +1,8% di giugno). L’indice per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, cresce dello 0,4% rispetto a giugno e dell’1,5% rispetto a un anno prima.

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