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Edith Bruck: “Lo Stato di Palestina va riconosciuto. A Gaza c’è un massacro, ma il genocidio è una cosa diversa”

La scrittrice sopravvissuta alla Shoah: "Parlare di genocidio significa sminuire il valore di questa parola e di quello che era accaduto con i nazisti"
Edith Bruck: “Lo Stato di Palestina va riconosciuto. A Gaza c’è un massacro, ma il genocidio è una cosa diversa”
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“Credo che ci debba essere il riconoscimento dello Stato palestinese prima o poi, altrimenti non ci sarà mai fine a questo odio”. Ma “sono contro chiunque usi la parolagenocidio“. Io l’ho vissuto e posso dirlo: il genocidio compiuto dai nazisti è completamente diverso”. A dirlo in un’intervista alla Stampa è Edith Bruck, 94enne poetessa e scrittrice sopravvissuta alla Shoah. Lo sterminio degli ebrei, afferma, “era stato pianificato freddamente, a tavolino, da medici, scienziati, architetti che avevano studiato come agire”. Quello in corso nella Striscia di Gaza “è un massacro spaventoso, ma parlare di genocidio significa sminuire il valore di questa parola e di quello che era accaduto con i nazisti. Non bisogna fare confusione, non bisogna banalizzare. Con questo non voglio diminuire il dramma che si vive ogni giorno nella Striscia di Gaza, non voglio affermare che sia banale ma si tratta di due drammi molto diversi“, sottolinea.

Bruck esprime un giudizio durissimo sulle azioni del governo israeliano: “Penso che sta accadendo una tragedia terribile, che deve finire al più presto. Mi vergogno, mi sembra inconcepibile e mi dispiace che si sia arrivati fino a questo punto. Il governo di Israele non si rende conto del danno che sta provocando agli ebrei che vivono in tutto il mondo: stanno facendo qualcosa di mostruoso che ha scatenato una nuova ondata di antisemitismo“. Poi si dice favorevole alla creazione di uno Stato palestinese sui territori della Cisgiordania: “L’unica strada da percorrere per uscire da questo orrore è che ci siano due Stati e due popoli che convivono in pace. La pace di cui parlo io, però, dev’essere una pace che consenta davvero ai due Stati di convivere”.

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