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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 21:23 del 30 Luglio

Il comitato “no zone rosse” dopo la sentenza del tar: “Limitano solo la libertà individuale. L’amministrazione è andata oltre la legalità”

E il comitato non teme ricorsi: "Simbolo di una torsione autoritaria da parte del governo Meloni"
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Gli slogan del Governo si infrangono sulla decisione del TAR campano che annulla le cosiddette ‘zone rosse’. Per i giudici, in tema di sicurezza, non ci sarebbe alcuna situazione di emergenza tale da motivare l’istituzione, in modo permanente, di aree interdette ad alcuni soggetti. Questa mattina il Comitato promotore del ricorso, composto da un team legale e dai consiglieri municipali Chiara Capretti (Potere al Popolo) e Pino Di Stasio (Napoli libera) ha tenuto una conferenza stampa a Napoli.

L’incontro arriva a poche ore dalla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania che ha annullato l’ordinanza del Prefetto Michele di Bari che prorogava il divieto di stazionamento in diverse aree urbane per soggetti ritenuti “molesti” o già segnalati . “Abbiamo presentato ricorso – spiega Di Stasio – perché per noi le zone rosse sono solo una limitazione della libertà individuale che di fatto divide la città in aree di serie A e aree di serie B”. Secondo il TAR inoltre le misure erano “a carattere tendenzialmente permanente” e venivano estese per almeno nove mesi, senza che vi fosse un’emergenza reale né un’adeguata motivazione.

Il tribunale amministrativo ha quindi dato ragione alla tesi sostenuta dal team legale del comitato ‘no zone rosse’ composto dall’avvocato Stella Arena e dal ricercatore in Diritto costituzionale dell’università Federico II di Napoli, Andrea Chiappetta. “Il Tar – spiega Chiappetta – ha ritenuto che il Prefetto abbia esercitato il potere di ordinanza al di fuori dei limiti consentiti dall’ordinamento costituzionale e amministrativo. Nello specifico, i giudici della V sezione della Campania hanno valutato come i poteri emergenziali che il Tulps (testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza) riconosce all’autorità prefettizia non fossero sussistenti, in quanto sono state introdotte delle misure straordinarie a carattere tendenzialmente permanente. Cioè – spiega ancora Chiappetta – attraverso l’aura dell’emergenza si è introdotto uno strumento di governo dell’ordine pubblico in via emergenziale, facendolo diventare uno strumento ordinario e questo non è consentito perché è al di fuori di ogni logica giuridica”.

Sulla sentenza del TAR il Prefetto partenopeo Michele di Bari ha già annunciato che presenterà ricorso al Consiglio di Stato. “Non temiamo ribaltamenti rispetto alla pronuncia del Tar – dice Leone Curti del comitato ‘no zone rosse’ – per noi questa misura, come il decreto Caivano e il decreto sicurezza, sono solo il simbolo di una torsione autoritaria da parte del governo Meloni. Un governo – prosegue Curti – che reprime il dissenso e affronta la marginalità sociale attraverso politiche securitarie e repressive che limitano le libertà personali e non combattono realmente i problemi della società che necessiterebbe invece di interventi di welfare. Ovviamente – conclude Curti – non stiamo dicendo che non esistano problemi di ordine pubblico, ma che questi possano essere affrontati con gli strumenti ordinari e non emergenziali”.

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