West Nile, altri 2 morti in Campania. De Luca contro una dirigente del ministero
Un uomo di 72 anni di Maddaloni e uno di 76 di Grazzanise sono morti per infezione da West Nile nell’ospedale di Caserta, dove erano ricoverati. Si tratta del quarto e del quinto decesso in Campania, così il totale delle vittime in Italia sale a 9. Entrambe le persone morte, originarie del Casertano, avevano malattie pregresse e un quadro clinico complesso. Con il decesso odierno diventano due le vittime di Maddaloni. Tre i decessi nel Lazio, dove il presidente della Regione Francesco Rocca ha annunciato uno stanziamento da un milione di euro per le disinfestazioni contro le zanzare, veicolo del virus. Le otto vittime di questi giorni si aggiungono al primo caso mortale avvenuto già a marzo in Piemonte, nella provincia di Novara.
La stima: “Diecimila infezioni”
Preoccupa anche il numero delle infezioni stimate sul territorio nazionale: sarebbero almeno 10mila, la maggioranza in forma asintomatica. Il picco dei casi si prevede dopo Ferragosto, ma a destare timore è anche l’imprevedibilità di questo virus diffuso dalle comuni zanzare Culex. Quanto al numero dei casi confermati, l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, risalente alla scorsa settimana, ne segnalava 31 soprattutto concentrati tra Lazio e Campania. In pochi giorni, però, le infezioni segnalate e confermate sono notevolmente aumentate. Anche oggi, due nuovi casi si sono registrati in Lombardia. Si tratta di due donne, una 38enne a Milano e una 66enne a Pavia. Soltanto quest’ultima è attualmente ricoverata. E in Campania, sempre oggi, sono stati resi noti altri due casi di positività al virus, e uno dei pazienti è in gravi condizioni. A L’Aquila sono in corso accertamenti su un unico caso sospetto segnalato.
La polemica di De Luca
Prima della notizia dei decessi in Campania, il presidente della Regione, Vincenzo De Luca ha criticato la responsabile del Dipartimento di Prevenzione del ministero della Salute Maria Campitiello.”Sul West Nile non c’è emergenza, ma la cosa che deve invece farci preoccupare è che noi abbiamo come interlocutore nazionale di fronte a una possibile epidemia la professoressa Campitiello, totalmente inadeguata e impreparata per un ruolo così importante, assunta per ragioni di clientelismo politico, per via di parentele. “La Campitiello non è competente neanche a livello organizzativo – aggiunge De Luca – perché non ha mai guidato un’unità operativa semplice o complessa di un ospedale. Il ministero della Salute è diventato ormai una bottega di famiglia”. Cosa abbia innescato le dichiarazioni del governatore al momento non è noto.
Cosa aveva detto la dirigente
Ieri Campitiello aveva dichiarato che “la situazione epidemiologica è in linea con gli anni precedenti, questo lo dobbiamo dire e ribadire. Secondo l’Ecdc, nel periodo clou dell’anno scorso, i casi segnalati erano 157 mentre ad oggi siamo ancora lontani da quel numero. È vero che questo virus ha causato decessi – aveva aggiunto Campitiello – ma i decessi erano in pazienti con patologie già preesistenti: pazienti anziani, pazienti con patologie, per cui la causa sicuramente è anche il virus, ma si associa ad una condizione di immunodeficienza preesistente. Oggi la lotta non è col virus, ma è con la zanzara. Questo lo voglio ribadire perché abbiamo strumenti per proteggerci, che non sono solo le disinfestazioni che sono fondamentali, e in questo senso la circolare del 21 luglio del ministero della Salute incentiva le Regioni e le Asl a fare disinfestazioni, ma possiamo auto proteggerci: ricordo l’utilizzo per esempio di repellenti, la manica lunga e i pantaloni lunghi nelle ore più critiche, ma ricordo soprattutto evitare ristagni d’acqua. La lotta è alle zanzare che depositano uova e che le depositano soprattutto nei contenitori pieni d’acqua stagnante. Quindi diamo le informazioni giuste, senza preoccupazioni”.
I numeri
Intanto sono 31 le province sottoposte a limitazione per la donazione del sangue. Si tratta di Bologna, Caserta, Cremona, Ferrara, Forlì-Cesena, Frosinone, l’Aquila, Latina, Lecce, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Napoli, Novara, Oristano, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Roma, Rovigo, Torino, Treviso, Udine, Varese, Venezia e Verona. L’elenco è stato stato pubblicato sul sito del Centro nazionale sangue. I medici di famiglia hanno lanciato una task force contro le infezioni emergenti, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità.
Chi sono le vittime
Prima del 72enne e del 76enne di cui è stata confermata la notizia oggi, i decessi registrati sono stati un 80enne di Maddaloni morto all’ospedale di Caserta, un 69enne di Trentola Ducenta (Caserta) positivo al virus West Nile e morto lunedì sera all’ospedale di Aversa. L’altro, risalente però a venerdì, è un 74enne di Pomigliano d’Arco ricoverato all’Ospedale del Mare di Napoli. L’anziano – paziente particolarmente fragile così come il 69enne del casertano – era giunto lo scorso 20 luglio al pronto soccorso dell’ospedale di Ponticelli per un’emorragia gastrica e, durante il ricovero, è emersa la positività alla febbre del Nilo.
Il terzo morto registrato nel Lazio è un 86enne. L’uomo, che si è spento nella notte all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, era stato tra i primi a contrarre il virus e soffriva già di diverse patologie. Nel Lazio ieri erano stati registrati due nuovi casi di positività e con questi ultimi accertamenti, nel 2025 salgono a 46 le conferme diagnostiche di positività di infezione da West Nile Virus, di cui: 42 casi totali registrati in provincia di Latina, inclusa la paziente deceduta la scorsa settimana presso l’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi; due casi registrati nei comuni di Anzio e Nettuno in provincia di Roma; un caso registrato a Sora nella provincia di Frosinone; un caso registrato fuori Regione, con probabile esposizione nella provincia di Caserta.