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Preso Langellotto, imputato per le minacce al cronista del Fatto Quotidiano: scappava da un ordine di carcerazione

l carabinieri di Napoli hanno eseguito il provvedimento della Procura generale partenopea, che riguardava condanne per bancarotta. L'imprenditore, sotto processo per lo stalking al nostro cronista e per l'aggressione a un ambientalista Wwf, era sottoposto al divieto di dimora nel capoluogo campano
Preso Langellotto, imputato per le minacce al cronista del Fatto Quotidiano: scappava da un ordine di carcerazione
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Lo hanno preso dopo più di un mese di irreperibilità, che ormai era diventata una vera e propria latitanza. Il pregiudicato di camorra Salvatore Langellotto, di Sant’Agnello, una vecchia condanna a 4 anni e mezzo per concorso esterno al clan Esposito dei Monti Lattari, imputato di atti persecutori ai danni del nostro giornalista Vincenzo Iurillo e di aver aggredito il presidente del Wwf sorrentino Claudio d’Esposito, è stato catturato dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli. L’imprenditore edile scappava da un ordine di carcerazione a 7 anni, 6 mesi e 18 giorni per cumuli di pene relativi ad altre vicende, condanne per reati fallimentari.

Al momento dell’arresto Langellotto si nascondeva a Villa Literno (Caserta). Ha provato a scappare, è stato bloccato dopo un lungo inseguimento, aveva in tasca un documento di identità falso. Nell’ordine di carcerazione emesso dal procuratore generale di Napoli Aldo Policastro si faceva riferimento anche al processo in corso a Torre Annunziata – pm Antonio Barba, giudice Maria Camodeca – dove Langellotto è accusato di aver picchiato d’Esposito per vecchi rancori collegati a una denuncia che ne bloccò la realizzazione di 228 box in un giardino di Sorrento, e di aver minacciato e stalkerizzato Iurillo con lo scopo di impedire che continuasse a scrivere.

Il cronista aveva infatti firmato numerosi articoli che ne raccontavano i trascorsi e che avevano suscitato l’intervento delle Iene, con un servizio andato in onda nel gennaio 2024, concentrato sulla ‘benedizione religiosa’ dei camion dell’imprenditore, avvenuta sul sagrato della chiesa di Sant’Agnello il 30 dicembre 2023. Fu proprio durante l’intervista telefonica a Giulio Golia che Langellotto si lasciò andare a pesanti intimidazioni al nostro cronista. Prima di fuggire dall’ordine di carcerazione, Langellotto era sottoposto solo al divieto di dimora nella provincia di Napoli ed era tornato a lavorare e a seguire i suoi cantieri nelle altre province.

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