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Scontri Thailandia-Cambogia, Bangkok: “Può arrivare la guerra”. Oltre 140 mila sfollati e 15 vittime

Nelle prime ore del mattino locale sono ripresi i combattimenti. Il ministro della Salute tailandese Somsak Thepsuthin ha denunciato 138 mila sfollati, attacchi contro i civili e un ospedale: "Azioni criminali"
Scontri Thailandia-Cambogia, Bangkok: “Può arrivare la guerra”. Oltre 140 mila sfollati e 15 vittime
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Gli scontri al confine tra Cambogia e Thailandia sono ripresi nelle prime ore del mattino locale nei pressi dell’antico tempio di Ta Muen Thom. Lo ha riferito il capo della provincia cambogiana di Oddar Meanchey, il generale Khov Ly. Il bilancio delle vittime degli scontri è salito: sono 15 in Thailandia e 4 in Cambogia, secondo autorità locali citate da AlJazeera. Oltre 140mila persone che vivono lungo entrambi i lati del confine che separa i due paesi sono fuggite dai combattimenti in corso. Oggi il Consiglio di sicurezza dell’Onu dovrebbe convocare una riunione d’emergenza sulla crisi tra i due Paesi. Il segretario generale António Guterres, ha esortato alla moderazione e al dialogo.

Tentativi di dialogo; Malesia mediatrice – Il primo ministro ad interim thailandese, Phumtham Wechayachai, ha messo in guardia sul rischio dell’escalation: “Se la situazione dovesse degenerare, potrebbe sfociare in una guerra, anche se per ora rimane limitata agli scontri”, ha dichiarato il leader ai giornalisti. La Malesia si è offerta di mediare per una tregua e il ministro degli esteri di Bangkok, Nikorndej Balankura, ha accettato il dialogo: “Siamo pronti, se la Cambogia desidera risolvere la questione attraverso canali diplomatici, bilateralmente o anche attraverso la Malesia, siamo pronti a farlo. Ma finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta” dalla Cambogia, ha affermato Balankura.

Sul campo, i cronisti di Associated Press hanno sentito suoni di artiglieria fin dall’alba vicino la linea di divisione tra i due Paesi.

Il fronte della Cambogia: “Bangkok usa bombe a grappolo e attacca siti Unesco” – Le autorità della provincia di Oddar Meanchey riporta il primo resoconto di vittime da parte cambogiana: almeno quattro civili sono rimasti feriti negli scontri di ieri e che più di 4.000 persone sono state sfollate dai loro villaggi lungo il confine verso i centri di evacuazione. Le autorità hanno evacuato finora 1.500 famiglie dalla provincia di confine di Oddar Meanchey, riporta il Bangkok Post.

L’associazione Cambodian Mine Action and Victim Assistance Authority (CMAA) ha rilanciato su X le segnalazioni sull’uso di bombe a grappolo da parte di forze thailandesi, “in una zona di confine all’interno del territorio cambogiano”. Secondo i primi rapporti delle autorità locali e delle squadre di sminamento, le munizioni a grappolo sono state utilizzate a Phnom Khmouch e nel villaggio di Techo Thammachart. Il primo attacco – riferisce il Guardian – è avvenuto alle 5.25 ora locale (le 00.25 in Italia), mentre il secondo alle 6.50 ora locale, mettendo immediatamente a rischio i civili e gli sminatori. La CMAA ha descritto l’incidente come una “grave violazione delle norme umanitarie internazionali”. Le munizioni a grappolo sono vietate dalla Convenzione del 2008 a causa del loro impatto indiscriminato e del pericolo persistente, in particolare per i bambini.

La Cambogia – secondo quanto riporta il Guardian – accusa la Thailandia anche di aver colpito nei pressi del tempio nella provincia di Preah Vihear, patrimonio dell’Unesco e da tempo luogo di attrito con la Thailandia. Le autorità di Phnom Penh avrebbero diffuso foto che mostrerebbero i danni arrecati all’antico complesso templare sulla collina lungo il confine. Bangkok nega risolutamene di aver danneggiato l’antica luogo di culto. Il tempio di Preah Vihear è stato al centro di precedenti conflitti, tra cui gli scontri del 2008 e del 2011. La Corte internazionale di giustizia si è pronunciata a favore della Cambogia sia nel 1962 che nel 2013, affermando la sua sovranità sul tempio e sui terreni circostanti.

Il fronte della Thailandia – Sul versante thailandese, almeno un soldato e 13 civili – inclusi bambini – sono stati uccisi, mentre 14 soldati e altri 32 civili sono rimasti feriti, secondo il governo. Il ministro della Salute Pubblica Somsak Thepsuthin ha denunciato attacchi contro i civili e un ospedale, definendoli violazioni del diritto internazionale umanitario e delle Convenzioni di Ginevra: “Esortiamo il governo cambogiano a porre fine immediatamente a queste azioni criminali di guerra e a tornare a rispettare i principi di coesistenza pacifica”, ha affermato. Secondo Thepsuthin 138.013 civili e 428 persone ricoverate negli ospedali locali sono stati evacuati dal confine con la Cambogia.

La Thailandia ha smentito di aver recato danni al tempio di Preah Vihear. Ma l’esercito ha diffuso il video di un attacco con un drone nella zona di Phu Ma Kuea Hill, vicino alla provincia cambogiana di Preah Vihear. Secondo i militari l’obiettivo era un deposito di armi, riporta il Bangkok Post. Le immagini mostrerebbero un edificio incendiato, dopo l’esplosione di un ordigno sganciato da un drone.

La diplomazia – Oggi il primo ministro della Malesia Anwar Ibrahim – presidente di turno dell’Asean, l’Associazione delle nazioni del Sudest asiatico – ha chiesto un “cessate il fuoco immediato” offrendosi come mediatore per il dialogo tra i due Paesi. In una dichiarazione pubblicata su Facebook, Anwar ha affermato di aver parlato direttamente con il primo ministro cambogiano Hun Manet e con il vice primo ministro thailandese Phumtham Wechayachai, esprimendo le “preoccupazioni della Malesia. (…) Ho fatto appello a entrambi i leader affinché implementino immediatamente un cessate il fuoco per evitare il peggioramento dei conflitti e per aprire uno spazio al dialogo pacifico e a soluzioni diplomatiche”, ha aggiunto.

Ieri Il Dipartimento di Stato americano, con il portavoce Tommy Pigott, ha sollecitato l’immediata cessazione delle ostilità tra Thailandia e Cambogia. Anche l’Unione Europea ha esortato Cambogia e Thailandia ad abbassare il livello del conflitto: “L’Ue è profondamente preoccupata per l’aumento delle tensioni al confine e dalle notizie di vittime civili”, ha dichiarato una portavoce.

La contesa sul Triangolo di smeraldo – Ieri si sono aperti scontri in una zona di confine contesa, i più sanguinosi da oltre un decennio. Secondo le ricostruzioni, le forze cambogiane hanno lanciato razzi e colpi di artiglieria in territorio thailandese, mentre l’aviazione militare di Bangkok ha risposto inviando caccia F-16 per raid aerei, in una drammatica escalation di una disputa che dura da anni.

I due Stati sono coinvolti in una dura controversia sul cosiddetto Triangolo di Smeraldo, dove i loro confini e quelli del Laos si incontrano, una zona ricca di templi antichi. Secondo il ministero della Salute thailandese, si sono registrate vittime in seguito a un attacco missilistico vicino a una stazione di servizio nella provincia di Sisaket.

Rivalità famigliari? – Il primo luglio la premier thailandese, Paetongtarn Shinawatra, è stata sospesa dall’incarico su decisione della Corte Costituzionale. Il motivo? Una telefonata con il potente capo del Senato cambogiano Hun Sen, il 15 giugno, in cui è sembrata contestare l’operato dei militari di Bangkok nell’annosa disputa sui confini. Hun Sen è stato al potere per 38 anni con l’incarico di premier. Leader autoritario, si è dimesso nel 2023 per consegnare il potere al figlio Hun Manet, ma resta molto influente e viene considerato il leader di fatto del Paese. Era amico e alleato di Thaksin Shinawatra, padre della premier thailandese sospesa, prima che i rapporti tra le due famiglie si incrinassero. Nella telefonata incriminata, Paetongtarn Shinawatra lo chiama “zio” (termine usato in segno di rispetto con le persone più anziane). Il colloquio – secondo le ricostruzioni della stampa internazionale – serviva a risolvere le tensioni tra i due Paesi.

Ma la pubblicazione dell’audio su Facebook, tre giorni dopo, suscita rabbia e indignazione. Paetongtarn Shinawatra si è scusata giustificando le sue parole come tattica negoziale. Il governo thailandese “è molto debole e non c’è unità” e la Cambogia “sta sfruttando le divisioni in Thailandia”, ha commentato con la Cnn l’analista Thitinan Pongsudhirak, che insegna Scienze politiche alla Chulalongkorn University di Bangkok. “Si tratta di una vendetta familiare – ha detto – La famiglia Shinawatra è molto arrabbiata con Hun Sen. Ora non si tratta solo di Thailandia-Cambogia, ma della famiglia Shinawatra che è stata compromessa”.

E per Pongsudhirak l’escalation “probabilmente peggiorerà prima di migliorare”. Intanto in Thailandia il premier ad interim è l’ex ministro della Difesa, Phumtham Wechayachai, alleato della premier sospesa.

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