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A Milano parchi roventi: registrati fino a 76,5° sui giochi per bambini. Legambiente: “Mancano ombra e spazi verdi”

Le analisi dell'associazione rilevano le differenza di temperatura a seconda dell'esposizione dei luoghi: "È urgente che la città si doti di una pianificazione"
A Milano parchi roventi: registrati fino a 76,5° sui giochi per bambini. Legambiente: “Mancano ombra e spazi verdi”
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Le termocamere di Legambiente hanno osservato Milano durante due delle giornate più calde di luglio, il 15 e 16 , quando il termometro toccava quasi 40 gradi. A essere attenzionati Argonne e Corvetto, quartieri del quadrante est. Lo studio, nell’ambito della campagna “che caldo che fa!”, ha analizzato le temperature cittadine su strade e infrastrutture, valutando quali siano le differenze e le misure preventive già in atto, prima fra tutte la presenza di alberi. I due quartieri non distano troppo, ma le differenze si sono fatte notare. Prima fra tutte la percentuale di strutture esposte al sole: ad Argonne si parla del 10%, a Corvetto si arriva al 55%. E proprio qui sono state rilevate alcune delle situazioni più preoccupanti. All’area giochi di piazzale Gabriele Rosa, ad esempio, vicino alla fontanella si sono registrati quasi 63°, capaci di diventare 76,5 sul gommino anti-trauma del parco e 52 sul marciapiede della vicina via dei Cinquecento. Eppure basta l’ombra dell’edera rampicante per scendere a 36,3. O addirittura 25,6 se a fare ombra sono i tigli di una stradina laterale. Temperature che si dimezzano grazie agli alberi, da anni noti come una delle soluzioni per ridurre le isole di calore cittadine.

Ad Argonne la questione non è diversa: l’area giochi in Piazza Guardi ha scivoli al sole e all’ombra. La differenza di temperatura dei giochi supera i 17 gradi, quella della pavimentazione passa da 85,4° a 37,8°. Stessa zona, stesso parco, ma diversa esposizione al sole. Anche l’asfalto subisce la stessa sorte: in Piazzale Gorini tra quello assolato e quello in ombra si registra una variazione di oltre 14 gradi. Su via Aselli, stessa zona, la presenza di alberi crea un microclima in grado di far scendere la temperatura sotto quella ambientale. Dati alla mano, Legambiente ha spiegato che tra i due quartieri si vive una forte disuguaglianza nella capacità di “offrire protezione dagli effetti delle ondate di calore agli abitanti”, legata soprattutto alla mancanza di viali alberati e punti per abbeverarsi, che pongono Corvetto in quella che viene definita “cooling poverty”, povertà energetica. Questo in una città che, spiega Mariateresa Imparato, responsabile giustizia climatica di Legambiente, “risente sempre più degli effetti della crisi climatica. Alle piogge torrenziali sempre più frequenti si alternano intense ondate di calore e temperature elevate rese insostenibili nelle aree urbane dalla mancanza di infrastrutture, spazi verdi e servizi adeguati ad affrontarle”.

Per Legambiente si può agire, e l’associazione ha stilato un elenco di quelli che dovrebbero essere i passi essenziali da fare per rendere la città in grado di gestire la situazione climatica, a partire dalle sue aree meno centrali. “È urgente che la città di Milano si doti, a partire dai quartieri periferici, di una pianificazione che parta dalla mitigazione al cambiamento climatico: più verde, depavimentazione di aree per permettere alle città di respirare e ai cittadini di trovare refrigerio. Anche così si mette in moto un cambiamento importante”.

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