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Usa e Ue lavorano ad un’intesa con dazi al 15%. Bruxelles rifinisce la lista dei beni Usa da colpire

La tariffa varrebbe per tutti i settori. Volano i titoli dell'auto che rischiavano dazi superiori
Usa e Ue lavorano ad un’intesa con dazi al 15%. Bruxelles rifinisce la lista dei beni Usa da colpire
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L’Europa cerca la pace ma si prepara alla guerra. Secondo diversi media che citano fonti europee, Ue e Stati Uniti lavorano ad un’intesa sui dazi che prevede una tariffa unica del 15% (la metà di quella che scatterebbe ad agosto senza un accordo). Lo schema dell’accordo sarebbe sul modello di quello appena siglato dall’amministrazione Trump con il Giappone e includerebbe quindi, l’abbassamento dei dazi più alti finora in vigore per alcuni settori, tra cui quello dell’automotive. La tariffa del 15% sostituirebbe infatti quelle già esistenti, nel caso dell’auto al 27,5%. Significativo il balzo dei titoli del settore. Stellantis ha chiuso a + 9,1%, Volkswagen ha guadagnato il 6,4%, Bmw a + 4,1%. Le importazioni di acciaio e alluminio, se al di sopra di una certa quota, sarebbero soggette a dazi del 50%.

Lo scherma dell’intesa include la clausola della “Nazione Più Favorita” (Mfn) secondo la quale la tariffa è al 4,8% di media per il commercio Ue-Usa e verrebbe inglobata nel 15% (quindi, in pratica si parla di un dazio aggiuntivo del 10%). Lo spiega una fonte diplomatica europea secondo cui lo schema prevede alcune esenzioni ancora da definire. L’Ue potrebbe a sua volta ridurre le proprie tariffe ai prodotti Usa al livello della clausola Mfn o allo 0% per alcuni prodotti. La decisione finale, si sottolinea, spetta comunque al presidente Donald Trump.

L’ipotesi di accordo giunge mentre le posizioni si stavano facendo più intransigenti. La Germania si è avvicinata alla posizione più intransigente della Francia. Bruxelles ha rifinito la lista delle merci statunitensi da colpire in caso di mancato accordo. Sono stati unificati i due elenchi di contro-dazi finora messi a punto, una prima lista di misure da 21 miliardi, una seconda da 72 miliardi e, nei prossimi giorni, la Commissione Ue sottoporrà le contromisure ai Paesi membri. Nella lista sono inclusi, tra gli altri, aerei della Boeing , automobili prodotte negli Stati Uniti e whisky bourbon. La lista di contro-dazi non scatterà comunque fino al prossimo 7 agosto. Nel frattempo arriva una nuova minaccia di Trump: “Abbasserò i dazi solo se un Paese accetta di aprire il suo mercato. In caso contrario, dazi molto più alti!”.

La soglia tariffaria del 15% preoccupa la Commissione poiché il consenso tra i paesi membri necessario per la ratifica è tutto altro che scontato. In ambito negoziale, si apprende, Washington sta inoltre esercitando pressioni sul fronte del trattamento dei colossi web statunitensi e sul capitolo farmaceutico. Tra le richieste americane, viene spiegato, figurerebbe l’esclusione delle aziende del tech a stelle e strisce dall’applicazione di alcune disposizioni dei regolamenti europei, oltre a proposte di semplificazione normativa.

La lista di beni è comunque un’opzione ritorsiva relativamente soft. Lo scontro assumerebbe un altro tenore se Bruxelles mettesse nel mirino servizi e non merci. In questo ambito gli Usa vantano un surplus nei confronti dell’Europa. L’Unione europea esporta verso gli Usa più beni di quanti non ne importi (503 miliardi di euro contro 347, con un surplus di 156 miliardi), ma rimane il più grande mercato al mondo, anche per gli Usa. Le cifre si riavvicinano se si considerano pure i servizi. L’Ue paga agli Usa 427 miliardi, al contrario gli Stati Uniti comprano servizi dall’Europa per 318 miliardi con un surplus di 108 miliardi.

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