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Delitto di Garlasco, la Procura di Pavia contro le “congetture” di consulenti, esperti e opinionisti

I magistrati "si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie”, si legge nella nota firmata dal procuratore Fabio Napoleone.
Delitto di Garlasco, la Procura di Pavia contro le “congetture” di consulenti, esperti e opinionisti
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La Procura di Pavia interviene con fermezza sulle notizie diffuse negli ultimi giorni relative alla nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 nella villa della sua famiglia a Garlasco (foto). In una nota firmata dal procuratore Fabio Napoleone e diffusa il 19 luglio, si legge che i magistrati titolari delle nuove indagini sul delitto, “che aggiornano costantemente il Procuratore sull’accuratezza delle verifiche condotte, si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie”. La precisazione arriva dopo che, secondo la Procura, si è registrato un continuo attribuire all’ufficio giudiziario “valutazioni, ricostruzioni, attività in corso e persino stati d’animo”.

Nel comunicato, il procuratore Napoleone chiarisce che “qualsiasi interpretazione proveniente da soggetti estranei all’Ufficio, in assenza di comunicati ufficiali, genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture”. Si sottolinea inoltre che ogni riferimento alla Procura di Pavia, anche quelli recentemente diffusi, “deve considerarsi infondato, se non supportato da comunicazioni ufficiali”. Il chiarimento della Procura arriva mentre si registrano nuovi sviluppi nella fase attuale delle indagini, dopo l’individuazione del nuovo materiale genetico rinvenuto sul tampone orale di Chiara Poggi, prelevato il 13 agosto 2007 e mai analizzato in precedenza nell’ambito del delitto di Garlasco.

I periti del tribunale hanno individuato tracce che, secondo una valutazione preliminare, risulterebbero in larga parte sovrapponibili al Dna di Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale. Corrispondenza che suggerisce una possibile contaminazione avvenuta in sala autoptica, considerato che la quantità di materiale genetico è minima e parziale. Il profilo, denominato ‘Ignoto 3’, non appartiene ad Alberto Stasi, già condannato per l’omicidio, né ad Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta. Nonostante una delle due tracce evidenziate abbia restituito un profilo quasi completo ma non ancora attribuito, l’esiguità dei campioni sembra rafforzare l’ipotesi della contaminazione e la genetista Denise Albani ha richiesto chiarimenti al medico legale sulle modalità del prelievo. La Procura di Pavia proseguirà le indagini confrontando il Dna con quello di circa trenta persone, per lo più uomini, entrate in contatto con il corpo della vittima. Se l’ipotesi di contaminazione dovesse essere definitivamente esclusa, le ricerche potrebbero estendersi ai conoscenti di Chiara Poggi e di Sempio.

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