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Bruxelles smonta il Golden Power su Unicredit-Bpm: “Imposizioni immotivate”. Dubbi sulla legalità

Salvini sulle barricate: "Invece di rompere le scatole al governo italiano su balneari, spiagge, motorini, auto elettriche e banche si occupi di poche cose, serie e lo faccia bene"
Bruxelles smonta il Golden Power su Unicredit-Bpm: “Imposizioni immotivate”. Dubbi sulla legalità
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Dopo il Tar, anche Bruxelles incrina il Golden Power usato dal governo contro l’acquisizione del Banco Bpm da parte di Unicredit. La Commissione europea ha inviato l’attesa lettera all’Italia in cui esprime il suo parere preliminare secondo cui il decreto emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 18 aprile 2025, che impone determinati obblighi all’entità risultante dalla fusione derivanti dall’acquisizione di Banco Bpm “potrebbe costituire una violazione dell’articolo 21 del Regolamento Ue sulle concentrazioni e di altre disposizioni del diritto dell’Ue”.

Come ricorda una nota della Commissione “dal punto di vista della concorrenza, la Commissione ha approvato l’operazione ai sensi dell’Eumre, subordinatamente a determinate condizioni, il 19 giugno 2025. Separatamente, l’Italia ha emanato un decreto che impone obblighi a UniCredit al completamento dell’acquisizione di Bpm, sulla base della normativa nazionale che autorizza le autorità italiane a esaminare gli investimenti in società attive in determinati settori di importanza strategica, tra cui il settore bancario (il cosiddetto ‘Golden Power’)”.
Ai sensi dell’articolo 21, paragrafo 4, del Regolamento Ue sul Mercato Interno (RMUE), gli Stati membri possono adottare misure appropriate per tutelare interessi legittimi, “a condizione che siano compatibili con i principi generali e le altre disposizioni del diritto dell’UE e che siano appropriate, proporzionate e non discriminatorie. Tale obbligo è soggetto al vaglio della Commissione, in particolare per salvaguardare la propria competenza ai sensi del Regolamento Ue sul Mercato Interno ed evitare la frammentazione del Mercato Unico”.

Il 26 maggio 2025, quindi, Bruxelles ha inviato una richiesta di informazioni all’Italia per una migliore comprensione del decreto Golden Power. L’Italia ha risposto l’11 giugno 2025, ricorda ancora l’esecutivo comunitario. “Dopo aver valutato attentamente la risposta dell’Italia, la Commissione conclude in via preliminare che il decreto potrebbe violare l’articolo 21 del Regolamento Ue sul Mercato Interno. La sicurezza pubblica costituisce, tra gli altri, un interesse legittimo ed è esplicitamente menzionata nell’articolo 21, paragrafo 4, del Regolamento Ue sul Mercato Interno, ma la Commissione ritiene in via preliminare che la giustificazione delle condizioni sia attualmente carente di motivazione e che la Commissione avrebbe probabilmente dovuto riesaminare il decreto prima dell’attuazione”. Non solo. “La valutazione preliminare rileva inoltre che il decreto potrebbe essere incompatibile con altre disposizioni del diritto dell’Ue, tra cui quelle sulla libera circolazione dei capitali e sulla vigilanza prudenziale da parte della Banca Centrale Europea. La valutazione preliminare invita l’Italia a presentare le proprie osservazioni. Separatamente, un tribunale italiano ha annullato parzialmente il decreto il 12 luglio 2025. In base alla risposta dell’Italia alla valutazione preliminare e alla sentenza del tribunale italiano, la Commissione valuterà i prossimi passi”.

Pronta la reazione della Lega che considera la Bpm un feudo personale. “Penso che la Ue abbia cose più importanti delle quali occuparsi, per esempio trattare con Usa. Quindi invece di rompere le scatole al governo italiano su balneari, spiagge, motorini, auto elettriche e banche si occupi di poche cose, serie e lo faccia bene”, ha detto Matteo Salvini secondo il quale “il dossier è sul tavolo del ministro Giorgetti che fino a oggi ha lavorato perfettamente e il sistema bancario e creditizio è un asset strategico per il Paese. Quindi l’Italia può e deve normare come ritiene senza che da Bruxelles nessuno si permetta di intervenire”. Più contenuta la risposta di Palazzo Chigi che fa sapere che “il Governo italiano con spirito collaborativo e costruttivo risponderà ai chiarimenti richiesti così come già fatto in sede giurisdizionale dinanzi al TAR nei termini e con motivazioni ritenute già legittime dai giudici amministrativi”.

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