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“Trump si comporta come un mafioso”. L’accusa dell’ex ministro brasiliano: dazi Usa per favorire l’estrema destra

Aloysio Nunes, ministro degli Esteri brasiliano dal 2017 al 2018, ha accusato il presidente degli Stati Uniti di utilizzare il commercio come strumento di pressione politica per indebolire il governo di Lula a favore dell’ex presidente Bolsonaro
“Trump si comporta come un mafioso”. L’accusa dell’ex ministro brasiliano: dazi Usa per favorire l’estrema destra
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Per Aloysio Nunes, ministro degli Esteri brasiliano dal 2017 al 2018, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che nei giorni scorsi ha inviato al Brasile una lettera in cui annuncia dazi del 50% sul suo export di “comportarsi come un mafioso“. Perché “sgancia una bomba e poi dice ‘negoziamo’”, spiega in un’intervista al quotidiano argentino La Nación. Il suo intento? Usare il commercio come strumento di pressione politica per indebolire il governo di Luiz Inácio Lula da Silva a favore dell’ex presidente Jair Bolsonaro.

Nunes si era trovato a fronteggiare i dazi Usa durante il primo mandato del tycoon, quando era ministro. Gli Stati Uniti al tempo imposero tariffe del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio brasiliano. Dopo intensi negoziati diplomatici supportati dal settore privato, la squadra guidata da Nunes riuscì a convincere Washington a fare parzialmente marcia indietro e ad accettare un sistema di quote.

Questa volta però secondo l’ex funzionario la situazione è “completamente diversa”: “A differenza del 2018, ci sono settori che celebrano questa aggressione perché allineati all’estrema destra statunitense. Si tratta di figure politiche che contano sul sostegno di Bolsonaro e scommettono che questi dazi genereranno inflazione, disoccupazione e indeboliranno il governo, per poi trarne profitto elettorale”, ha detto Nunes da Bruxelles, dove rappresenta l’Agenzia brasiliana per la promozione delle esportazioni.

L’imposizione dei nuovi dazi. L’ex presidente Bolsonaro, vicino al trumpismo, è attualmente sotto processo per il tentato golpe per cercare di rimanere al potere dopo esser stato sconfitto alle elezioni nel 2022, processo definito da Trump “una vergogna internazionale” e “una caccia alle streghe”. Sembra che il vero obiettivo di Washington sia contrastare l’espansione della Cina in America latina: mentre Lula ha rafforzato l’asse con Pechino trasformando la storica alleanza economica in un progetto politico multipolare che si concretizza nei Brics, Trump vorrebbe un governo a lui più favorevole in un’area strategica per la competizione globale.

Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, dal canto suo ha detto che Bolsonaro dovrebbe “assumersi la responsabilità” per i dazi del 50% perché il figlio dell’ex presidente, il deputato federale Eduardo Bolsonaro, ha “influenzato” il leader statunitense affinché interferisse nei processi giudiziari del Paese.

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