La maggioranza propone un aumento dei pedaggi autostradali dal primo agosto. Salvini lo rinnega, Fdi fa marcia indietro
Per gli italiani le vacanze si avvicinano, gli aumenti dei pedaggi autostradali rischiano di essere lì ad aspettarli. Forse. Perché, dopo poche ore che i relatori di maggioranza hanno presentato un emendamento per un incremento delle tariffe, è arrivato il contrordine del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Il ministro leghista ha chiesto di ritirare l’emendamento proposto dalla deputata del suo stesso partito, Elisa Montemagni, insieme ai relatori di Fratelli d’Italia, Massimo Milani ed Antonio Baldelli e a quello di Forza Italia, Francesco Battistoni. Poco dopo è la stessa Montemagni a dichiarare che “pur riconoscendo la serietà dell’onorevole Antonio Baldelli di Fdi”, la Lega “ritira la firma all’emendamento come saggiamente indicato dal ministro Matteo Salvini, e quindi non lo voterà“.
E poche ore dopo, anche il partito di Giorgia Meloni fa marcia indietro. “Non ci sogneremo mai di portare avanti un emendamento non condiviso dal ministro competente, e quindi accogliamo con grande favore l’invito del ministro Salvini a ritirare l’emendamento riguardante il tema del sovracanone a favore di Anas”, hanno detto Baldelli e Milani. L’emendamento prevedeva, dal primo di agosto, un incremento di un millesimo di euro a chilometro (un euro ogni mille chilometri) su tutte le tratte in gestione Anas. Il rincaro si applica per le classi di pedaggio A e B e per le classi di pedaggio 3, 4 e 5. Vale a dire che non si salva nessuno: auto, suv, camper e moto, i camion e traini. Non un salasso, va detto, spostarsi da Milano a Roma costerà circa 60 centesimi in più di adesso, tuttavia per le tasche degli italiani già provate da carovita e stipendi al palo, un balzello aggiuntivo non certo gradito.
L’aumento, si legge nell’emendamento, avrebbe portato nelle casse del gestore della rete autostradale 90 milioni di euro in più, consentendo ad Anas di “coprire in modo definitivo il fabbisogno di risorse che negli ultimi anni è strutturalmente aumentato a causa di alcuni eventi, in particolare la ridefinizione della rete in gestione Anas e l’incremento dei costi per l’illuminazione pubblica delle strade e di altri costi per le attività di Anas, non coperti dall’attuale Contratto di Programma”. E non è finita qui perché, a partire dall’annualità 2025, si renderà necessario coprire i fabbisogni derivanti dall’aumento della rete in gestione Anas a seguito del prossimo conferimento delle “strade di rientro” della Regione Veneto e della Regione Piemonte.
Le opposizioni sono insorte. La segretaria del Pd Elly Schlein parla di una “tassa sugli italiani che vanno in vacanza” e non si fida delle dichiarazioni di Salvini. “Ci opporremo con tutte le nostre forze a questo emendamento ma dopo l’aumento certificato delle tasse, arriva la prova che anche le tariffe aumentano”, dice il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. “Altro colpaccio della maggioranza Meloni-Salvini-Tajani”, commenta il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Secondo Riccardo Ricciardi, capogruppo Movimento 5 Stelle alla Camera, l’aumento è uno dei tasselli necessari per finanziare il riarmo.
Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde, chiede l’immediato ritiro del provvedimento. Malumori ci sono però pure tra i partiti di maggioranza. In particolare Fratelli d’Italia ha accolto con un certo disappunto ha dato via libera all’emendamento dei relatori.
Sul piede di guerra pure le associazioni dei consumatori. “Se fosse confermato sarebbe vergognoso. È incredibile la volontà di questo governo di fare cassa lanciando il sasso e nascondendo la mano”, dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Allo stato attuale, qualsiasi aumento dei pedaggi autostradali è inaccettabile, e rappresenterebbe un danno per milioni di automobilisti”, afferma Assoutenti.