Trump sente Putin: “Non si è parlato dello stop delle armi a Kiev”. Il leader russo: “Non rinunciamo agli obiettivi”
Lo hanno annunciato con due messaggi stringati pochi minuti prima di alzare la cornetta: dalle 16 italiane Donald Trump e Vladimir Putin si sono sentiti al telefono sull’Ucraina, dopo l’annuncio della Casa Bianca sullo stop alla fornitura di alcuni armi cruciali per la difesa di Kiev dagli attacchi russi. “Oggi parlerò con il presidente americano e sicuramente gli suggerirò di utilizzare questo materiale per promuoverlo sul mercato americano”, ha detto Putin, citato dalla Tass, visitando una esposizione di prodotti russi. Mentre il tycoon americano si è limitato a scrivere sui suoi social: “Parlerò con il presidente russo Putin alle 10. Grazie!”. Si tratta della sesta conversazione tra i due dal ritorno di Trump alla presidenza: l’ultima era avvenuta il 14 giugno, il giorno dopo l’attacco lanciato da Israele all’Iran. Martedì invece Putin aveva avuto il primo colloquio diretto con il presidente francese Emmanuel Macron dopo quasi tre anni.
La telefonata è durata quasi un’ora: a quanto riferisce il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov, però, i due non hanno parlato della sospensione delle fornitura di armi. “Questo tema non è stato toccato”, ha risposto alla domanda dei cronisti. Secondo Ushakov, Putin ha detto di volere continuare a cercare una soluzione negoziata al conflitto in Ucraina, ma ha aggiunto che la Russia “non rinuncerà ai suoi obiettivi“, cioè “l’eliminazione delle cause di fondo” del conflitto. In particolare, il capo del Cremlino “ha insistito sul fatto che qualsiasi accordo di pace futuro debba prevedere l’abbandono da parte dell’Ucraina della sua intenzione di adesione alla Nato e il riconoscimento delle conquiste territoriali della Russia”. Non c’è stata “una discussione specifica sulla possibilità di un incontro“, tra i due presidenti, “ma questa idea è ancora nell’aria e, se necessario, si raggiungerà un accordo specifico al riguardo”, spiega il consigliere. Si è parlato, invece, del recente conflitto tra Iran e Israele: Putin, è la versione di Mosca, ha ribadito l’importanza di risolvere tutte le controversie e le tensioni esclusivamente attraverso mezzi politici e diplomatici, sottolineando l’importanza del dialogo per evitare ulteriori escalation.
Il colloquio tra i leader di Mosca e di Washington arriva 24 ore prima di quello tra il capo della Casa Bianca e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che certamente chiederà a Trump il perché della decisione di tagliare le forniture di armi al suo Paese. Una domanda che sembra avere una sola risposta: falliti i tentativi di trovare una soluzione diplomatica al conflitto, il tycoon prova ad accelerare il processo verso un tavolo negoziale penalizzando una delle due parti. In questo senso decisa avanzata russa in estate potrebbe convincere Putin ad aprire un canale di dialogo con Kiev, forte della sua posizione sul campo, mentre la mancanza di una copertura fondamentale come quella americana costringerebbe Zelensky a cedere a condizioni fino a oggi considerate inaccettabili.
“Naturalmente noi contiamo sulla continuazione del sostegno americano. Ci sono alcune cose che l’Europa non ha per adesso, specialmente se parliamo dei missili Patriot, dei sistemi per la difesa aerea. Questo è cruciale”, ha detto il presidente ucraino in conferenza stampa ad Aarhus, in Danimarca, per l’avvio della presidenza danese del Consiglio Ue. E parlando della telefonata Trump-Putin ha detto: “Non so se possono avere molte idee in comune, Putin e Trump sono persone diverse. Noi siamo pronti a incontri in ogni format, ma in Russia decide solo Putin, per questo serve un vertice al più alto livello”, ha aggiunto.
La strategia di Trump non è condivisa in Europa, come ha chiarito – sempre da Aarhus – la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: lo stop alle armi Usa “è un chiaro segnale per aumentare i nostri sforzi nel sostegno all’Ucraina, non solo a livello Ue ma a livello europeo”, ha detto. “Se gli Usa hanno deciso così, sarà un serio ostacolo per l’Ue e la Nato. Noi speriamo che la partnership con Kiev continui”, ha aggiunto la premier danese Mette Frederiksen, presidente di turno dell’Unione.