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Campi Flegrei, gli scienziati dell’Osservatorio vesuviano: “Continua la deformazione del suolo, ma nessuna anomalia”

Mauro Di Vito e Francesca Bianco, hanno spiegato che anche i parametri geochimici non hanno fatto registrare variazioni. Ma con questa dinamica i terremoti proseguiranno
Campi Flegrei, gli scienziati dell’Osservatorio vesuviano: “Continua la deformazione del suolo, ma nessuna anomalia”
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Una scossa nel golfo di Bacoli, a una profondità tra i 4 e i 5 chilometri, solo apparentemente diversa dagli eventi che ormai da mesi stanno stressando l’area dei Campi Flegrei (Napoli) che oggi ha generato un terremoto di magnitudo 4.6, uno dei più forti degli ultimi 40 anni. “Continua la deformazione del suolo, con lo stesso andamento di velocità – spiega Mauro Di Vito, direttore dell‘Osservatorio Vesuviano (Ingv) -. Anche per quanto riguarda la composizione geochimica non ci sono state variazioni significative”. Rassicurazioni quindi che arrivano nonostante la maggiore magnitudo rispetto alle scosse degli ultimi mesi. Non ci sono segnali che possano far pensare a un peggioramento della situazione. Quello che è certo è che lo sciame sismico proseguirà e altri terremoti “avverranno”.

Lo scienziato ricorda come “dopo un lungo periodo di minore attività” ci possano essere terremoti più forti perché lo “stress” delle rocce della crosta terrestre prosegue e questo porta alla frattura della crosta terrestre. Anche Francesca Bianco, direttrice della sezione di Napoli dell’Osservatorio, ribadisce che “non ci sono anomalie” e continua il sollevamento del suolo di 15mm al mese, come già monitorato negli ultimi anni, con la relativa deformazione. Anche i parametri geochimici non hanno fatto registrare variazioni e anomalie. Un fenomeno quello di cui si parla, ormai iniziato nel 2005.

Alla domanda se proprio l’assenza di variazioni e anomalie possa significare che scosse anche più potenti siano possibili, senza alcuna possibilità di prepararsi, gli scienziati ricordano che non ci sono strumenti per prevedere quando i “terremoti avverranno”, ma “che con questa dinamica proseguiranno”. Dal 2005 a oggi il sistema continua a scaldarsi e a “pressurizzarsi” ed è il “motore di questo processo” che avviene lungo i bordi della caldera del vulcano dei Campi Flegrei (Pisciarelli, Bagnoli, golfo di Pozzuoli).

Come è ormai noto, il magma del vulcano si trova a una profondità di 7-8 chilometri, lontano dai 2-3 chilometri di profondità dove avvengono terremoti sulla terra ferma e anche lontano da quello avvenuto in mare localizzato di fronte al castello di Baia. Impossibile stabilire quanto questa dinamicità e impossibile stabilire quando potrebbe portare a una rottura con la relativa infiltrazione del magma e quindi una potenziale eruzione.

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