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Trump rompe le trattative con il Canada sui dazi: “Ha imposto una digital tax come la Ue, attacco al nostro Paese”

Il presidente su Truth: "Entro i prossimi sette giorni comunicheremo i dazi che dovrà pagare per fare affari con gli Stati Uniti d’America"
Trump rompe le trattative con il Canada sui dazi: “Ha imposto una digital tax come la Ue, attacco al nostro Paese”
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Donald Trump ha annunciato la rottura delle trattative commerciali con il Canada a seguito dell’introduzione di una digital tax per le aziende tecnologiche americane il cui primo pagamento è previsto entro fine giugno. Il presidente su Truth parla di “un attacco diretto e palese al nostro Paese. Stanno ovviamente copiando l’Unione Europea, che ha fatto la stessa cosa e che è attualmente in discussione con noi”. Pertanto, “con la presente interrompiamo tutte le discussioni sul commercio con il Canada, con effetto immediato. Entro i prossimi sette giorni comunicheremo al Canada i dazi che dovrà pagare per fare affari con gli Stati Uniti d’America”.

Ottawa ha in realtà annunciato l’imposta del 3% sui ricavi da servizi digitali delle aziende con fatturato globale oltre 750 milioni di euro già nel 2020, ma l’entrata in vigore è arrivata solo nel giugno 2024. Dovrebbe generare entrate per almeno 1,2 miliardi l’anno. Il meccanismo è identico a quelli adottati nel Regno Unito, in Francia e in Italia. La premier Giorgia Meloni in aprile, durante una visita alla Casa Bianca, ha però firmato un comunicato congiunto in cui si legge che “un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali è necessario per consentire gli investimenti delle aziende tecnologiche all’avanguardia”. Prefigurando una possibile marcia indietro che potrebbe materializzarsi a breve,

Bruxelles ha infatti dodici giorni per trovare un accordo con Washington prima che, il 9 luglio, scada la sospensione dei dazi reciproci voluta da Trump. Gli Usa hanno aperto a un rinvio della deadline ma l’Ue mira a un’intesa comunque entro il 9. La proposta di Trump non è stata resa pubblica. La settimana prossima, forse mercoledì, la Commissione potrebbe illustrarla ai Rappresentanti permanenti dei 27. A conoscerla è certamente il commissario Maros Sefcovic, che poche ore dopo ha avuto un colloquio telefonico con il capo negoziatore d’Oltreoceano, Jamieson Greer. “Continuiamo a lavorare intensamente per una soluzione negoziata tra l’Ue e gli Usa. Apprezziamo l’impegno costruttivo di oggi con lui”, ha spiegato Sefcovic.

Per l’Ue, se Trump facesse distinzioni tra gli Stati membri si tratterebbe di un problema in più, visto che la risposta – secondo le norme comunitarie – deve essere collettiva. E il rischio è che dopo lo scontro al vertice Nato, il tycoon concretizzi le sue minacce nei confronti di Pedro Sanchez e della Spagna. L’amministrazione Usa potrebbe chiedere un rinvio o un ridimensionamento del Digital Markets Act a tutela delle Big Tech mentre l’Europa farà valere l’intesa dell’Aja sul 5% del pil in spese per la difesa, che favorirà i produttori di armi americani. Bruxelles mantiene aperta la porta delle contromisure, da quelle tariffarie al “bazooka”, cioè lo Strumento anti-coercizione.

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