Strage di Paderno Dugnano, condanna a 20 anni per il ragazzo che uccise genitori e fratellino a coltellate
Come chiesto dall’accusa, è stato condannato a 20 anni, il massimo della pena, il ragazzo ora 18enne, che nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2024, in una villetta a Paderno Dugnano, nel Milanese, uccise con 108 coltellate padre, madre e fratello di 12 anni. La sentenza è stata emessa dal Tribunale per i minorenni di Milano nell’ambito del processo abbreviato all’imputato che all’epoca aveva 17 anni. Non è stato riconosciuto il vizio parziale di mente del ragazzo, difeso dal legale Amedeo Rizza, nonostante fosse stato accertato da una perizia psichiatrica. I pm avevano già disposto per lui un percorso specifico di cure.
Il ragazzo sterminò la famiglia lo scorso 1° settembre. Al termine del processo l’accusa aveva ritenuto che le aggravanti del triplice omicidio – compresa la premeditazione – dovessero prevalere sul vizio parziale di mente riconosciuto da una perizia svolta sul ragazzo. La difesa ha invece chiesto il proscioglimento per incapacità totale di intendere e di volere, sulla base di una consulenza di parte. La sentenza è attesa nel pomeriggio.
Il massacro era avvenuto di notte con un coltello da cucina, dopo che la famiglia aveva festeggiato il compleanno del padre nella villetta. Le indagini però non hanno mai identificato un vero movente: interrogato dagli inquirenti nei giorni successivi al delitto, il giovane aveva detto di aver tolto la vita ai familiari senza “una ragione particolare”.
“Volevo essere immortale, pensavo che uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero. Avevo cominciato a distaccarmi da tutti, a sentirmi estraneo perché secondo me nessuno avrebbe mai capito, e appunto volevo scappare. Mi sono sempre sentito diverso”, ha provato a spiegare. Dalle perquisizioni svolte nella sua abitazione era emersa una fascinazione per l’immaginario di estrema destra: sul comodino il ragazzo aveva il Mein Kampf di Adolf Hitler e sul diario aveva trascritto a matita alcune frasi di Benito Mussolini.