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Ti ricordi… Quando la Sampdoria di Vialli e Mancini conquistò la sua prima Coppa Italia

La storia della squadra blucerchiata guidata da Bersellini che nel 1985 conquistò il trofeo battendo il Milan: dai gol di Trevor Francis alle lacrime di Mantovani
Ti ricordi… Quando la Sampdoria di Vialli e Mancini conquistò la sua prima Coppa Italia
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Erano belli gli anni Ottanta, sì. Anni di spensieratezza e in cui tutto sembrava possibile. Come nel 1985, quando nonostante Rumenigge, Maradona o Platini nello stesso anno il Verona vince lo Scudetto per la prima volta e la Samp la Coppa Italia. Già, quella Samp bella e ambiziosa di Mantovani, affidata a Bersellini di ritorno in panchina dopo sette anni, costruita con Souness, Salsano e un giovanotto proveniente dalla Cremonese: Gianluca Vialli. Una Samp che sogna in campionato, a ridosso delle grandi ad inizio stagione e che fa benissimo in Coppa Italia: Trevor Francis guida la truppa nella prima fase del torneo, con i blucerchiati macchina da gol visti i 17 centri in cinque partite, sei messi a segno dall’ inglese. Una squadra feroce quella blucerchiata, che punta molto sull’atletismo e che infatti arriva fresca, scalpitante all’appuntamento con la fase finale di quello strano formato della Coppa che prendeva vita a metà giugno, con le doppie sfide di quarti, semifinali e finali.

Ai quarti c’è il Toro, una delle squadre che con la Samp si era giocata la vittoria finale del campionato, poi andata al Verona. All’andata al Comunale è zero a zero, ma sette giorni dopo a Genova viene fuori una partita spettacolare: Vierchowood da calcio d’angolo porta in vantaggio i blucerchiati, in apertura di ripresa un contropiede perfetto della Samp porta Sclosa al fallo da ultimo uomo su Vialli e il rigore viene trasformato da Francis. Sembrerebbe chiusa, ma in due minuti il Toro la pareggia prima con Francini e poi con Comi: ancora Francis su punizione e poi Mancini all’ultimo minuto regalano la qualificazione alla Samp. In semifinale c’è la Fiorentina, il copione della doppia sfida sembra lo stesso dei quarti: l’andata al Franchi finisce zero a zero, ma al ritorno a Genova non c’è praticamente partita. Prima un autogol di Occhipinti, poi ancora Francis e infine Vialli aprono la strada verso la finale, inutile il gol della Fiorentina di Pellegrini.

Gli uomini di Bersellini in finale trovano il Milan: Hateley mette paura a Bordon, tirando una botta da fuori sulla traversa dopo una splendida azione di Baresi, ma poi la Samp prende campo e Vialli addomestica un retropassaggio di Evani, lancia Francis di tacco e sul cross al centro si avventa Souness che batte Terraneo per l’uno a zero. Un gol che spegne il Milan che non riesce più a essere pericoloso e regala l’andata alla Samp. A quel punto la festa è nell’aria, ma Bersellini alla vigilia predica calma: i milanisti non ci credono granché, con soli 400 biglietti acquistati, ci crede Di Bartolomei che spaventa Marassi cogliendo il palo nel primo tempo, dopo che la Samp aveva avuto diverse occasioni, prima che Mancini trasformasse un rigore procurato da quel Vialli con cui avrebbe formato una coppia destinata a rimanere nella storia. Memorabile il gol del due a zero, di Vialli appunto, che dopo aver saltato due avversari faceva secco Terraneo con un rasoterra sul secondo palo. Il Milan accorcia con Virdis ma la festa della Samp, per quel primo trofeo della sua storia, è inevitabile.

Ci sono Hateley e gli altri compagni rossoneri che applaudono i blucerchiati nel giro d’onore, ci sono le lacrime di Mantovani, c’è Bersellini che a fine gara parla già dell’impegno europeo a venire, c’è Mancini, corteggiato dalla Juventus e da Agnelli, che però dichiara di voler restare alla Samp. C’è la festa di Genova, che durerà fino a notte fonda. Com’erano belli gli anni Ottanta.

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