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Borse mediorientali positive dopo gli attacchi. Si scommette in una fine della guerra più rapida

Borse mediorientali positive dopo gli attacchi. Si scommette in una fine della guerra più rapida
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In attesa dell’apertura di domani delle borse europee e americane, qualche indicazione sulla possibile reazione dei mercati si può desumere dall’andamento delle piazze mediorientali. Qui, l’effetto dei bombardamenti statunitensi non ha penalizzato gli indici. L’idea degli investitori è che le mosse di Washington possano accelerare la fine della guerra, più che aumentare la destabilizzazione dell’area.

La borsa israeliana, oggi aperta, è avanzata dell’1,5%, registrando il sesto giorno consecutivo di guadagni. L’indice de Il Cairo ha messo a segno un rialzo del 2,7%. Leggermente positive anche le piazze del Qatar (+ 0,2%) e del Kuwait (+ 0,4%). Lieve calo, viceversa per l’azionario saudita (- 0,3%).

“L’interpretazione più plausibile è che l’intervento degli Stati Uniti accelererà la fine della guerra. Questo, ovviamente, resta però da vedere”, dice all’agenzia Bloomberg, Hasnain Malik , stratega di Tellimer a Dubai. In Israele, la maggior parte dei guadagni è stata registrata dalle azioni bancarie, mentre il produttore di armi Elbit Systems ha perso oltre il 2%, dinamiche che sembrano suffragare la visione di una fine delle ostilità più vicina di quanto originariamente previsto.

Tuttavia, si naviga in territori inesplorati e in una profonda incertezza. Tutte queste supposizioni possono svanire in un attimo. Ritorsioni iraniane, blocchi dello Stretto di Hormuz o nuovi imprevisti sviluppi, potrebbero mandare rapidamente in frantumi questo timido ottimismo ed innescare una corsa a beni rifugio (dollari ed oro in primis) oltre, naturalmente, a spingere ulteriormente al rialzo quotazioni di petrolio e gas che, già nelle ultime settimane, hanno riguadagnato valori persi nella prima parte del 2025. Le quotazioni del greggio sono salite del 10% da quando Israele ha lanciato il suo primo attacco a sorpresa contro l’Iran 10 giorni fa. Al momento, comunque, gli analisti si attendono un’apertura di contrattazioni in rialzo ma senza eccessivi guadagni.

Altro scenario preoccupante, che non può essere del tutto escluso, è quello che vede l’Iran venga gettato in una situazione di caos ed ingovernabilità, sulla falsariga di quanto accaduto in Iraq o in Siria, divenendo così un fattore di destabilizzazione per tempi difficili da immaginare.

Qualche indicazione aggiuntiva dal mercato delle criptovalute. Dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato gli attacchi, il bitcoin è rimasto pressoché stabile mentre ether, seconda moneta digitale per diffusione, è arrivata a perdere quasi l’8%. Nell’ultima settimana, le criptovalute hanno registrato un saldo negativo tra disinvestimenti e acquisti. Questi asset finanziari vengono visti più che altro come prodotti speculativi ed alto rischio da cui “uscire” nelle fasi di incertezza.

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