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“Andrà tutto bene”. Achille Polonara e la lotta contro la leucemia mieloide: che cos’è e cosa prevede il percorso di cura

L'ala grande della Virtus Bologna e della Nazionale italiana di basket ha già iniziato le terapie all’Ospedale Sant’Orsola. La foto pubblicato sui social con la moglie Erika
“Andrà tutto bene”. Achille Polonara e la lotta contro la leucemia mieloide: che cos’è e cosa prevede il percorso di cura
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Achille Polonara, ala grande della Virtus Bologna e colonna della Nazionale italiana di basket, ha già iniziato le terapie specifiche presso l’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Ieri il mondo della pallacanestro ha ricevuto la tremenda notizia: Polonara, 33 anni, è affetto da leucemia mieloide. “Andrà tutto bene, grazie per i numerosissimi messaggi”, ha scritto poche ore dopo lo stesso cestista sui suoi profili, accompagnando le parole con una foto che lo ritrae nel letto d’ospedale, abbracciato alla moglie Erika.

Una nuova sfida dopo il tumore testicolare

Per Polonara si tratta della seconda battaglia contro una grave malattia in meno di due anni. Già nell’ottobre 2023, infatti, era stato costretto a fermarsi per affrontare una neoplasia testicolare. Allora, dopo un intervento chirurgico e la chemioterapia, era riuscito a tornare in campo in appena due mesi. Ora, però, il cestista si trova davanti a una nuova prova: la leucemia mieloide, una forma di tumore del sangue che in Italia colpisce circa 4mila persone ogni anno. Paolo Corradini, professore di ematologia all’Università di Milano, in un’intervista a Repubblica non ha escluso un possibile legame tra le due malattie: la leucemia infatti può come effetto collaterale delle terapie oncologiche precedenti. Ma l’esperto ha sottolineato: “Di solito passano almeno cinque anni tra il trattamento di un tumore e l’insorgenza della leucemia. Qui ne sono trascorsi due: è un intervallo breve per trarre conclusioni definitive”.

Le cure: tra chemioterapia e nuove frontiere terapeutiche

Il percorso di cura per la leucemia mieloide inizia generalmente con la chemioterapia, ma i progressi della medicina degli ultimi anni hanno ampliato significativamente le possibilità terapeutiche. Quando necessario, il trapianto di midollo osseo resta un passaggio cruciale e frequente: la leucemia mieloide, infatti, è tra le patologie che più spesso richiedono questo tipo di intervento. Lo stesso professor Corradini ha spiegato: “Con le terapie attuali la possibilità di guarigione è molto migliorata. Dipende però dal sottotipo genetico della malattia, che oggi riusciamo a individuare con maggiore precisione grazie alle indagini molecolari”. Negli ultimi 10-12 anni, lo sviluppo di farmaci mirati ha rivoluzionato il trattamento della leucemia mieloide, offrendo speranze anche nei casi più complessi.

Che cos’è la leucemia mieloide

La leucemia mieloide è un tumore che colpisce le cellule staminali del midollo osseo, interferendo con la normale produzione di cellule del sangue. Può presentarsi in forma acuta, con un decorso rapido e aggressivo, o in forma cronica, che evolve più lentamente. I sintomi più comuni includono stanchezza persistente, febbre, perdita di peso, facilità al sanguinamento e infezioni frequenti. Inizialmente, infatti, Polonara era stato formato -almeno ufficialmente – per una mononucleosi. I successivi esami del sangue hanno detto purtroppo altro. Il passo successivo è l’analisi del midollo osseo, con indagini genetiche per determinare il tipo esatto della patologia.

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