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Ultimo aggiornamento: 17:29 del 12 Giugno

“Parlavo di genocidio e sono stato silenziato anche al Cairo”: l’ex corrispondente Rai da Mosca, Marc Innaro, parla a Byoblu

L'ex corrispondente ha rivelato le condizioni del suo lavoro convinto che ci sia una "regia che impone un certo tipo di narrazione" al di sopra delle testate
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Dopo tante gocce “io non ce l’ho fatta più” perché “sono stato lentamente estromesso, non mi si utilizzava più da Mosca” e poi “ho chiesto di essere trasferito in un’altra sede”. Così Marc Innaro, ex corrispondente Rai da Mosca fino al 2022, ora in pensione, ha raccontato in una intervista a Byoblu, andata in onda il 10 giugno, dal titolo “Censurato dalla Rai: l’ex inviato a Mosca accusa: “C’è una regia più in alto delle redazioni” (qui il link per l’intervista integrale), il suo allontanamento dalla Russia. “Non venivo utilizzato e prendevo uno stipendio senza far nulla”, ha rivelato al giornalista Adalberto Gianuario, spiegando di essere poi approdato al Cairo. Dopo il 7 ottobre, ha detto ancora, “essendo corrispondente dalla principale città del mondo arabo, non potevo non raccontare come la pensavano gli arabi di quello che stava accadendo con la reazione di Israele”. “Ho cominciato a parlare delle opinioni degli arabi, di genocidio, pulizia etnica e apriti cielo – ha continuato – Anche lì passate alcune settimane sono stato lentamente silenziato“. Con l’amaro in bocca, spiega ancora Innaro, “ho capito che non era più l’azienda in cui ero entrato 35 anni fa e non era più il giornalismo in cui credevo”.

Secondo il giornalista, la situazione non è migliore neanche nelle altre televisioni “main stream” europee. Innaro ha “l’impressione” che “secondo me è una certezza” che “ci sia una regia dietro tutto questo” e che “quindi gli ordini di scuderia non partano dalle testate televisive, ma che ci sia qualcosa di molto più alto” e cioè “una regia che impone un certo tipo di narrazione”. “Si racconta che i russi combattono con i muli, poi però si dice ‘ci dobbiamo armare perché arrivano a Lisbona’ – conclude l’ex corrispondente Rai – È una contraddizione, senza considerare che chi conosce la Russia sa che è un Paese con tutte le risorse del pianeta, che bisogno hanno di arrivare fino a Lisbona?”.

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