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L’azione di Israele contro la Freedom Flotilla è illegale: la “Madleen” doveva poter attraccare

Ai sensi del diritto internazionale, Israele è la potenza occupante della Striscia di Gaza, la cui popolazione è dunque occupata. L’occupante ha l’obbligo giuridico di fornire aiuti
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Di fronte al blocco totale dell’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza da parte di Israele, durato oltre 80 giorni, e all’orwelliana invenzione di una sorta di “assistenza militarizzata”, con gli aiuti forniti da contractor statunitensi sotto controllo israeliano e i catastrofici esiti che abbiamo visto nei giorni scorsi, un gruppo di attiviste e attivisti a bordo della nave “Madleen” della Freedom Flotilla ha cercato di rimediare, da semplici cittadine e cittadini, a ciò che gli Stati non fanno.

Com’è andata lo sappiamo: un’azione illegale e violenta da parte delle forze israeliane condita da espressioni di disprezzo (“lo yacht dei selfie”), la cattura dell’equipaggio, le consuete accuse gratuite di antisemitismo, anche un po’ di “rieducazione” consistente nel fargli vedere immagini dei crimini di Hamas del 7 ottobre 2023 (come se le 12 persone a bordo della “Madleen” non ne fossero a conoscenza). Com’è finita, con l’ordine di espulsione, lo potrete leggere in dettaglio negli aggiornamenti di questo sito.

Va ricordato che, ai sensi del diritto internazionale umanitario, Israele è la potenza occupante della Striscia di Gaza, la cui popolazione palestinese è dunque occupata. L’occupante ha l’obbligo giuridico di fornire aiuti all’occupato. Aggiungiamo che le misure provvisorie ordinate dalla Corte internazionale di giustizia nell’ambito dell’esame del ricorso del Sudafrica per violazione della Convenzione sul genocidio, impongono a Israele di revocare immediatamente il blocco illegale della Striscia di Gaza, facilitare la fornitura di assistenza umanitaria e consentire missioni internazionali di accertamento dei fatti.

In linea con tali obblighi, Israele avrebbe dovuto permettere alla “Madleen” di attraccare e consegnare gli aiuti umanitari.

C’è un aspetto non sufficientemente messo in luce in questa vicenda, tanto evidente quanto inquietante: le persone palestinesi sono razzializzate. Per 20 mesi hanno gridato aiuto e i governi dell’Europa campione dei doppi standard, con poche eccezioni, non si sono mossi. Quando cittadine e cittadine del nostro continente – tra cui parlamentari e personalità note nei campi dell’attivismo e dell’arte – hanno assunto l’iniziativa, ecco che i rispettivi governi sono stati obbligati a elevare qualche timida protesta.

Non sono mancate le battutine, proprio in Italia, dove il ministro degli Esteri ha ironizzato – richiamando alla memoria la famosa pubblicità televisiva dei pennelli Cinghiale – sulla poca stazza della “Madleen” e dunque sui pochi aiuti che avrebbe potuto portare. Insomma, “una provocazione”.

Domanda: non è più provocatorio non prendere posizione contro il genocidio israeliano nella Striscia di Gaza?

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