Paragon, la relazione del Copasir: “Casarini e altri attivisti intercettati dai Servizi”. Ma non si sa chi ha spiato Cancellato e don Ferrari
I servizi segreti italiani hanno intercettato per anni, anche utilizzando lo spyware “Graphite” della Paragon Solution, esponenti della ong Mediterranea saving humans – tra cui uno dei fondatori, Luca Casarini, e Giuseppe Caccia ma anche il rifugiato sudanese e attivista David Yambio – ma tutto secondo legge, cioè con l’autorizzazione del procuratore generale presso la Corte di appello di Roma. Ma il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e il cappellano di Mediterranea, don Mattia Ferrari, non risultano invece sottoposti ad attività intercettiva da parte dell’intelligence italiana. Sono questi i punti chiave della relazione del Copasir, approvata all’unanimità, al termine dell’indagine approfondita svolta dallo stesso organo parlamentare che esercita proprio il controllo sull’operato degli 007 italiani.
Le certezze e i dubbi – Così, se è stato accertato che Casarini è stato “spiato” sin dalla fine del 2019, rimangono invece ancora numerosi dubbi su chi sia stato a intercettare i telefoni del giornalista e del sacerdote che, comunque, sono stati contattati – anche loro – il 31 gennaio 2025 dalla società Meta tramite un messaggio ufficiale che li informava che “a dicembre, WhatsApp ha bloccato le attività di una società di spyware che riteniamo abbia preso di mira il tuo dispositivo”.
Francesco Cancellato – Per quanto riguarda la posizione del giornalista Francesco Cancellato, si legge nella relazione, “sulla base degli elementi acquisiti e dalle verifiche svolte dal Comitato risulta che questi non sia stato sottoposto ad alcun tipo di attenzione da parte dei servizi di informazione per la sicurezza italiani attraverso l’utilizzo dello spyware prodotto dalla società Paragon”. Il Comitato fa sapere di avere avuto modo di “verificare direttamente“, nel corso dei “sopralluoghi svolti presso AISI e AISE e presso la Procura generale presso la Corte di appello di Roma, la mancata sottoposizione del giornalista Cancellato ad attività intercettiva da parte dei servizi”.
Don Mattia Ferrari – Non risultano intercettati da parte dei servizi segreti neppure “apparati in uso a don Mattia Ferrari”, viene sottolineato. Anche se si precisa che “risulterebbe, invece, essere stata oggetto di attenzione da parte dei servizi un’utenza nella disponibilità di David Yambio, tuttavia intestata a don Mattia Ferrari“. Operazione effettuata senza ricorrere all’utilizzo di Graphite, “dal 24 luglio 2023 all’8 aprile 2024”, anche in questo caso autorizzata con una delega del 26 maggio 2020.
Allora chi ha spiato Cancellato e don Ferrari? – Il Copasir segnala che Paragon Solutions ha dichiarato di “fornire i propri servizi ad operatori governativi presenti in numerosi Stati e che non risultano esservi restrizioni tecniche o contrattuali sulla possibilità di utilizzare lo spyware con riferimento ad utenze aventi prefisso italiano“. L’ipotesi sottintesa è che quindi dietro potrebbero esserci soggetti stranieri, dato anche che non è emerso, allo stato, che “soggetti privati abbiano esercitato abusivamente le funzioni attribuite dalla legge al Comparto (l’intelligence, ndr)”. Su Cancellato viene anche fatto presente che “il laboratorio canadese The CitizenLab, nel corso dell’audizione del 16 aprile 2025 ha affermato come, mentre l’infezione ad opera dello spyware Graphite poteva essere confermata con riferimento ai dispositivi mobili di Luca Casarini e Giuseppe Caccia, sulla base di specifiche analisi forensi condotte sui rispettivi dispositivi mobili, analoga conferma non poteva essere data con riferimento al dispositivo di Francesco Cancellato, pure aggiungendo che non era conclusa la relativa analisi forense”. Quindi, per il Copasir, non c’è attualmente certezza che sia stato una delle “vittime” di Paragon nonostante il laboratorio canadese lo abbia poi confermato (però “senza alcuna specificazione al riguardo”, sottolinea il Comitato parlamentare).
Lo spyware e i Servizi segreti – Come viene spiegato nella relazione, il Copasir ha accertato che lo spyware “Graphite” era in uso, in Italia, solo ai servizi segreti: “Il sistema risulta in uso da parte di Aise (l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, ndr) a partire dal 23 gennaio 2024 per attività di raccolta informativa nei settori del contrasto a immigrazione clandestina, ricerca latitanti, contrabbando di idrocarburi, controspionaggio, contrasto al terrorismo e criminalità organizzata, nonché per le attività di sicurezza interne all’Agenzia stessa”, si legge. L’Aisi (l’Agenzia informazioni e sicurezza interna), invece, “risulta avere avviato la collaborazione con Paragon nel 2023“. Spyware che, invece, non è stato utilizzato dalle forze di polizia o dalle Procure.
Casarini e gli altri intercettati dal 2019 – Non ci sono dubbi, invece, sul fatto che stati invece controllati dai servizi italiani i dispositivi di Luca Casarini, Giuseppe Caccia e David Yambio, un’attività “autorizzata nelle forme e nei limiti” previsti dalla legge, viene precisato. La delega per “spiare” i telefonini degli attivisti di Mediterranea Casarini e Caccia è stata rilasciata ai servizi dall’allora premier Giuseppe Conte il 23 dicembre 2019 e si è conclusa nel marzo 2020 e “ha avuto come scopo l’accertamento della legittimità di un’attività di gestione di flussi migratori“. Scatta poi una seconda operazione di sorveglianza e “più ampia“, la cui delega “è stata rilasciata dal Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, Giuseppe Conte, il 26 maggio 2020“, inizialmente come intercettazione telefonica, che “si è conclusa nel mese di maggio 2024, sotto il controllo dei Governi Draghi e Meloni che si sono succeduti dalla data della prima autorizzazione”. L’attività, in questo caso, era “finalizzata a prevenire la minaccia alla sicurezza nazionale – si legge – da parte di individui sospettati di svolgere attività di favoreggiamento dell’ingresso di soggetti stranieri nel territorio nazionale”: operazione che coinvolge, oltre a Casarini e Caccia, anche il cittadino sudanese David Yambio. In questa ultima attività viene anche utilizzato il captatore informatico Graphite che risulta essere stato “autorizzato in data 5 settembre 2024 dall’Autorità delegata”, il sottosegretario Alfredo Mantovano.
La distruzione del materiale – Non chiara la questione della “distruzione di tutto il materiale acquisito nel corso delle operazioni di intercettazione” prevista dalla legge. Nelle conclusioni il Copasir invita le Camere “ad avviare una riflessione sull’opportunità di adottare iniziative normative volte a garantire l’effettiva distruzione dei contenuti intercettati attraverso l’utilizzo delle più sofisticate tecnologie di captazione”.
Mediterranea: “Nostri attivisti spiati per 5 anni con 4 governi diversi” – Dopo la pubblicazione della relazione arriva la nota di Mediterranea Saving Humans che sottolinea come si “ammette candidamente che siamo in un Paese dove governi di varia natura possono attivare i servizi segreti per spiare chi si batte per i diritti umani, siano essi attivisti di organizzazioni come Mediterranea che si occupano del soccorso civile in mare, o rifugiati, torturati in Libia, ai quali è stata riconosciuta la protezione internazionale. Tutti i governi degli ultimi 5 anni hanno avallato questa pratica”. L’ong aggiunge che “il governo attuale, attraverso la guida del sottosegretario Mantovano, ha deciso di alzare il livello e di utilizzare un software militare per continuare a impegnare i servizi segreti contro di noi. Tutti ci hanno spiato, ma è Mantovano che firma per usare Paragon Graphite ‘strumento molto più invasivo, con il quale si possono attivare da remoto i microfoni dei cellulari per registrare anche le conversazioni ambientali‘”. Per Mediterranea “non vi è alcuna garanzia, per bocca del Copasir stesso, che i materiali siano stati distrutti come prevede la legge. Noi non abbiamo niente da nascondere, se non i nomi di coloro che possono testimoniare contro i torturatori libici come Almasri. Nemmeno loro oggi, quelli dei governi democratici del memorandum Italia-Libia, hanno più niente da nascondere”, conclude l’ong.