Germani Brescia nella storia: con il terzo budget più basso della Serie A conquista la prima finale scudetto
Storie che si intrecciano e notti che rimangono indelebili. Dal baratro a una prima volta storica. Scomparsa per quasi vent’anni dal mondo della pallacanestro, oggi tutti parlano di lei. La rifondazione sulle macerie della storica società precedente (fallita nel 1996), il ridimensionamento estivo e una squadra affidata alle mani di un esordiente: contro ogni pronostico – e con un budget ridotto – la Germani Brescia chiude la serie contro Trapani con un netto 3-0 e si qualifica per la finale scudetto della Serie A di basket.
Dalla rifondazione alle finali scudetto
Costruita sulle macerie del Basket Brescia nel 2009, il successo è stato graduale. Un passo dopo l’altro fino al punto più alto. La promozione in A nel 2016, poi l’ingresso in Europa e la vittoria della Coppa Italia nel 2023. Ora c’è l’opportunità unica di giocarsi il tricolore. Nonostante un’annata che – almeno sulla carta – era stata costruita per essere di passaggio e per sperimentare qualcosa di nuovo.
Un budget ridotto e un allenatore alla prima esperienza
In pochi, forse nessuno, si sarebbero immaginati di vedere Brescia in finale. Il ridimensionamento estivo economico e tecnico, però, non ha fermato le ambizioni della Germani: impostata la stagione con un budget ridotto pari a 2 milioni di euro (davanti solo a Cremona e Pistoia), il risultato raggiunto (fino a questo momento) è andato ben oltre le aspettative. La scommessa vincente si chiama Giuseppe Poeta: assistente allenatore in Nazionale prima e all’Olimpia Milano poi, l’ex playmaker ha vissuto una prima annata da head coach (capo allenatore) da protagonista assoluto. I dati parlano chiaro: 22 vittorie (e 8 sconfitte) in regular season e un 6-1 nei playoff contro Trieste e Trapani che significa finale scudetto. Da quelle parti lo chiamano l’alchimista o il genio. Al termine di Gara 3, l’allenatore e il suo staff non sono riusciti a trattenere le lacrime: “Ho percepito un po’ di diffidenza quando Brescia mi ha dato questa possibilità. Ma è normale, è la prima esperienza da capo-allenatore della mia vita. Come alleno? Io sono ‘Peppe’ e devo allenare da ‘Peppe’. Se qualcuno mi chiedesse di essere duro o autoritario, non sarei più me stesso”, aveva raccontato a La Giornata Tipo. Ora, manca l’ultimo passo. Ma per un esordiente come lui, la finale al primo tentativo vale tantissimo.
Amedeo Della Valle, l’uomo copertina
Snobbato dalla Nazionale, sottovaluto e negli ultimi anni trasformato anche in un meme sui social: con la maglia di Brescia Amedeo Della Valle si è preso la sua personale rivincita. Leader emotivo e tecnico, capitano della Germani e premio di miglior italiano in stagione: Della Valle è l’uomo copertina di questa società. Dopo aver perso le due finali scudetto con la maglia di Reggio Emilia da teenager, ora ci riproverà cercando di aggiungere alla bacheca della Leonessa un altro trofeo dopo l’impresa in Coppa Italia nel 2023. Non più da giovane promettente ma da grande giocatore, circondato da un Miro Bilan in formato MVP e un solido Maurice Ndour.
Gli oltre 5mila del PalaLeonessa e l’intera città di Brescia stavano aspettando questo momento da troppo tempo. Piazza Loggia e i tifosi si godono l’estasi del momento e la bellezza dell’attesa per quello che sarà l’appuntamento dell’anno. L’ultimo decisivo passo per una stagione che – a prescindere da come terminerà – è già entrata nella storia della società.