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Franco Carraro punta al Coni: l’ultima mossa del “Poltronissimo”, lo sport italiano rischia davvero di affidarsi a un 85enne

Lui è il grande nome che potrebbe rompere gli equilibri di una partita elettorale molto incerta. Nonostante il rischio di ricorso, visto il limito dei tre mandati che ha già svolto dal 1978 al 1987
Franco Carraro punta al Coni: l’ultima mossa del “Poltronissimo”, lo sport italiano rischia davvero di affidarsi a un 85enne
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Come nel gioco dell’oca si riparte dal via, così il Coni nel 2025 riparte da Franco Carraro, classe 1939, 85 anni compiuti lo scorso dicembre, che è già stato presidente del Comitato Olimpico, ma negli Anni Settanta. E oggi è di nuovo candidato alla presidenza per il dopo Malagò. La sua candidatura, attesa da settimana, è stata ufficializzata proprio a ridosso della scadenza. Lui è il grande nome che potrebbe rompere gli equilibri di una partita elettorale molto incerta. Fino ad oggi, infatti, i voti si dividevano tra Luciano Buonfiglio (canoa), che ha ricevuto la benedizione di Malagò, e Luca Pancalli (comitato paralimpico), sostenuto dall’opposizione, ma nessuno dei due per ragioni diverse entusiasma e al momento ha la maggioranza. Carraro potrebbe essere il punto di compromesso: conosce tutti i presidenti, ha esperienza da vendere (per usare un eufemismo), è profilo gradito a Binaghi e Petrucci ma anche Malagò (che avrebbe preferito un candidato più malleabile) potrebbe farselo andar bene. Ad oggi forse parte con meno voti dei rivali ma il suo nome potrebbe tornare utile soprattutto se i primi giri di votazione dovessero finire in stallo.

Il Poltronissimo – come è stato ribattezzato per le tante cariche della sua lunghissima carriera, che evidentemente non è ancora finita – d’altra parte non ha bisogno di presentazioni. È stato presidente del Milan quando giocava Rivera. Ministro quando al governo c’erano De Mita e Andreotti. Sindaco di Roma prima di Tangentopoli. N.1 della FederCalcio durante i Mondiali di Argentina ’78 e poi anche ai tempi di Calciopoli. Quindi senatore (fino al 2018, neanche troppo tempo fa), più di recente membro del Comitato Olimpico internazionale, attualmente persino capo della divisione paralimpica della Figc. Immaginate un qualsiasi incarico, lui l’ha ricoperto. Anche, ovviamente, al Coni, di cui è già stato presidente, dal 1978 al 1987, per un totale di tre mandati. E questa è anche la ragione che ha avvolto di incertezza la sua candidatura, e in parte continua a farlo.

Proprio per il limite di tre mandati Giovanni Malagò è stato costretto suo malgrado a farsi da parte. E ora finisce che il suo possibile erede li ha già fatti. Il ministro Abodi a riguardo ha già dato un parere vago ma tutto sommato negativo, ricordando appunto il quadro normativo vigente. Al Coni sembrano intenzionati semplicemente ad infischiarsene. In passato esisteva un comma della Legge Pescante che faceva partire il computo dei mandati dal 2005. Nel 2018, la famosa legge Lotti (quella per cui oggi Malagò va a casa) l’ha abolito. Ma nello statuto del Coni, che è stato recentemente vidimato dal governo, il riferimento alla Pescante esiste ancora. E dunque per un cavillo, in punta di diritto, Carraro è candidabile. Difficile che una commissione elettorale possa non ammetterlo.

Più interessante capire se tutti se lo faranno andare bene. La Consulta per altro ha specificato più volte (l’ultima nel famoso giudizio sui presidenti federali) che il limite di mandati non può essere sproporzionato e che l’elemento chiave è la consecutività, quindi davanti a un eventuale giudice Carraro avrebbe anche quest’altro argomento da far valere. Il rischio di ricorsi, prima e magari anche dopo il voto, però esiste. Vorrebbe dire però trascinare il Coni in un contenzioso legale molto pericoloso, che potrebbe mettere a rischio la stessa celebrazione dell’assemblea elettiva del 26, con lo spauracchio del commissariamento. E in questo mondo dove tutti si conoscono da sempre cane non morde cane.

Così, oggi nel 2025, a 85 anni, Franco Carraro che è tutt’ora un gigante al confronto di tanti nani federali che ambivano a quella carica, è di nuovo, ancora e sempre candidato autorevole alla presidenza del Coni. Ma questo non è tanto un problema suo, quanto dello sport italiano e di questo Paese.

X: @lVendemiale

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