“Giorgia Meloni ha dichiarato che per il referendum andrà al seggio ma non ritirerà la scheda? Il suo è un atto di disprezzo per i 4 milioni e mezzo di italiani che hanno firmato per questo referendum e per i molti milioni che comunque andranno a votare. Non mi pare un atto da leader ma il segno di una paura, di una persona che ha paura”. Così a Otto e mezzo (La7) Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, commenta la scelta annunciata ieri dalla presidente del Consiglio a pochi giorno dal voto per i referendum dell’8 e del 9 giugno.
“Meloni – continua Montanari – non solo ha paura che si raggiunga il quorum, ma ha anche paura che votino più di 12 milioni di persone, che furono quelli che votarono per lei. Il quorum è molto di più. Quindi, ha paura di essere delegittimata. Meloni dice di essere una donna del popolo, ma poi si rifugia nei giochetti più interni alla liturgia politica. Quando dice che col premierato i cittadini conteranno di più, sta mentendo, perché – aggiunge – se avesse a cuore il fatto che il parere dei cittadini contasse, non boicotterebbe un referendum. Andare a seggio e non ritirare la scheda vuol dire non partecipare al voto e quindi boicottare il raggiungimento del quorum. E quindi provare a impedire che il referendum abbia successo. Meloni si vergogna a non andare al seggio, ma non si vergogna a boicottare il quorum“.
Montanari sottolinea: “Meloni dovrebbe spiegare perché non è d’accordo nel merito. Ha paura che la gente sia meno precaria? Che muoiano meno persone sul lavoro? Che si allarghino i diritti di cittadinanza? Che ci sia più responsabilità delle ditte che appaltano? Che ci siano più tutele contro i licenziamenti ingiusti? Insomma, mi pare che la retorica del governo sia molto populista maa poi, in realtà, si ha un governo che obbedisce ai grandi interessi, un governo dei padroni, come avrebbe detto Don Lorenzo Milani“.
E conclude: “Giorgia Meloni si presenta sempre come una persona capace di essere in sintonia col popolo. Questa è la sua retorica: l’underdog, la leader fuori dai giochi del palazzo. Ma la sua biografia dice che non è così. Questa volta invece usa proprio un espediente di palazzo. Ma qui c’è un tornante storico in cui si chiede agli italiani se vogliamo invertire la rotta rispetto al percorso che è stato fatto. Allora, Giorgia Meloni, ci dovrebbe dire che cosa pensa rispetto a questo – chiosa – I lavoratori hanno troppi diritti o ne hanno troppo pochi? Risponda su questo, ci dica esattamente cosa pensa. E peraltro tutta questa retorica per cui il popolo conta, e poi provare a boicottarlo quando si può esprimere, vuol dire che il popolo in realtà non le fa per nulla comodo. Meno parla e meglio è, anche per Giorgia Meloni, che, in questo, fa parte del teatrino della politica italiana”.