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Mattarella: “I palestinesi hanno diritto a confini certi, disumano affamarli. Occupazione illegale”

Il capo dello Stato, parlando davanti al corpo diplomatico in occasione del 2 giugno, dedica ampi passaggi del suo intervento alla tragedia che si sta consumando a Gaza
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Il diritto dei palestinesi di vivere in sicurezza entro confini certi, di essere rispettati come esseri umani e di non essere ridotti alla fame. E la condanna dell’occupazione israeliana che erode i territori che spettano all’Anp. Il capo dello Stato Sergio Mattarella, in occasione del discorso al Quirinale davanti al Corpo diplomatico accreditato presso lo Stato italiano in occasione della Festa della Repubblica, dedica ampi passaggi al conflitto nella Striscia, a pochi giorni dalla recente legalizzazione di 22 insediamenti in Cisgiordania voluta dal governo Netanyahu, mentre la popolazione di Gaza resta ridotta allo stremo e affamata.

“L’occupazione illegale di territori di un altro paese non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio della barbarie nella vita internazionale – ha detto Mattarella -. I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi”, ha continuato, ritenendo “inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario ai cittadini di Gaza“. In particolare, ha continuato il Capo dello Stato, “che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano e grave è l’erosione dei territori attribuiti all’autorità nazionale palestinese”. E pur ricordando una “alta preoccupazione per le manifestazioni di antisemitismo che si riaffaccia nel mondo”, ritiene “indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”.

Alle considerazioni sulla tragedia di Gaza, si aggiungono passaggi sulla pace, che “non è un ideale per anime ingenue, stroncato poi dal severo giudizio della storia. La pace è esperienza che statisti lungimiranti hanno saputo pazientemente costruire: occorre proseguirne l’opera. Non ci si deve – e non ci si può – limitare a evocarla. È necessario impegnarsi perché prevalgano i principi della leale collaborazione internazionale, della convivenza pacifica, realizzati mediante il dialogo, la costruzione di misure crescenti di fiducia vicendevole”. Un passaggio che porta a guardare verso Kiev: “Il pensiero si rivolge anzitutto all’Ucraina, che da più di tre anni sta opponendo una strenua resistenza all’aggressione della Federazione russa. Nel confermare il nostro fermo e convinto sostegno a Kiev, continuiamo a lavorare perché si possa giungere a una pace che sia giusta, complessiva e duratura”. Le riflessioni del Capo dello Stato si estendono poi all’idea di ordine mondiale: quella che “abbiamo conosciuto per decenni”, dice, appare compromessa. “Le regole sono destinate a evolvere ma un quadro di riferimento, un ordine globale, basato sul rispetto e sul riconoscimento reciproco, è essenziale per scongiurare i conflitti e destinare, così, forze e risorse ad affrontare le grandi sfide epocali di fronte alle quali si trova l’umanità e a conseguire uno sviluppo sostenibile e condiviso”.

Infine il senso della ricorrenza del 2 giugno, in cui “si celebra la nascita della nostra Repubblica, frutto di una scelta di pace, di libertà, di indipendenza, all’insegna del ripudio della violenza tra le nazioni. Da quel voto del popolo italiano è emersa la nostra Costituzione, ‘ambiziosa’ nell’identificare nella pace e nella collaborazione la vocazione della Repubblica nei rapporti internazionali. Una scelta che il percorso di integrazione europea ha rafforzato e consolidato”.

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