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Anche grazie allo scudetto ora Napoli sancisce ciò che è: una città in vetta

È bellissimo constatare che città e squadra insieme si rafforzano e che non sia il calcio l’unico elemento di riscatto di una comunità
Anche grazie allo scudetto ora Napoli sancisce ciò che è: una città in vetta
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A Napoli e per i napoletani il Napoli, la squadra di calcio, rappresenta gioia, passione, amore e follia. Una energia incommensurabile e i tifosi ci sono sempre stati, nei momenti belli e in quelli bui. Il primo scudetto della nostra storia, quello del 1987, con Diego Armando Maradona protagonista, rappresentò anche il riscatto di un’intera città e di un popolo. Napoli stava uscendo faticosamente dal dopo terremoto del 1980, piegata economicamente, attraversata dalla guerra di camorra, umiliata da una politica infarcita di corruzione e malaffare. La squadra ci portò invece nell’olimpo del calcio.

Erano i tempi del nostro tridente: Maradona nel calcio, Pino Daniele nella musica e Massimo Troisi nel cinema. La mia generazione è cresciuta con questa formazione nel cuore, nell’anima e nella testa. Il secondo scudetto due anni dopo ha rappresentato l’onda lungo dell’effetto Maradona e di una squadra divenuta forte e vincente. Poi ci sono voluti 33 anni per gustare un nuovo scudetto, con la vittoria stratosferica del Napoli dei record di Spalletti. Dopo aver sfiorato lo scudetto con Maurizio Sarri qualche anno prima.

Ma la valenza dello scudetto della stagione 2022/23 ha avuto una portata completamente diversa. Napoli dal 2000 al 2010 era piombata in una crisi molto profonda culminata, alla fine di questo decennio, con l’emergenza rifiuti che aveva consegnato al mondo l’immagine della città di Gomorra e dei rifiuti. Un degrado senza precedenti, una politica indegna e incapace e il più delle volte collusa, il popolo che era scivolato in una pericolosa rassegnazione che non faceva intravedere segnali di ripresa. Fu nel 2011 che scelsi di candidarmi a sindaco di Napoli, per amore della mia terra, quando a Napoli non si vedeva un turista nemmeno con il binocolo e nessuno pensava al riscatto della città. Sembrò una follia quella scelta politica.

Risolta in poche settimane l’emergenza rifiuti è cominciata un’avventura popolare rivoluzionaria e senza precedenti che ha portato Napoli, nel giro di alcuni anni, a diventare la città del riscatto, dell’identità ritrovata, dell’orgoglio, del governo cittadino dalle mani pulite, del primato culturale e turistico, dell’acqua pubblica, dei beni comuni, di un progetto di costruzione di alternativa dal basso contro poteri forti, partitocrazia e camorra. Un’esperienza di giustizia sociale che ha rappresentato il riscatto di un popolo, anche grazie allo sport e ai tantissimi eventi sportivi, a cominciare dalla coppa America.

Ma non fu il calcio il riscatto della città. Lo scudetto arrivato due anni fa ha rappresentato l’enorme plusvalore della potenza di Napoli e ha rafforzato ancora di più l’immagine e la realtà di una città vincente, forte, appassionata. E lo scudetto di Conte di quest’anno, tanto inaspettato quanto stupendo, sancisce quello che Napoli è divenuta: una città in vetta. È bellissimo constatare che città e squadra insieme si rafforzano e che non sia il calcio l’unico elemento di riscatto di una comunità, quasi come se fosse l’oppio di un popolo. Semmai la città, come nell’amore per il Napoli, deve essere sempre unita, non si deve mai disunire, trovare sempre nell’amore per Napoli il cemento umano di un popolo.

La nota stonata di questi tempi, che rappresenta un vero e proprio pericolo per la città e i napoletani onesti che sono l’assoluta maggioranza, è una politica cittadina che prova maldestramente a campare di rendita sul lavoro onesto e durissimo svolto e seminato negli anni passati e quel che è ancora peggio sta approfittando della crescita di Napoli per pensare e curare esclusivamente i propri interessi politici, personali ed economici. Napoli non merita di essere sfruttata e abusata da quelli che negli anni scorsi hanno lavorato contro la città e oggi speculano sulla città. È un delitto umano, morale e politico. Ma è anche peggio. Non tutti ancora se ne sono accorti: è bene aprire gli occhi e agire per difendere la nostra città così tanto amata quando è in festa così tanto umiliata quando soffre.

Il grande amore si vede sempre, nella gioia e nella sofferenza. E Napoli va amata, difesa e maneggiata con cura. Per i napoletani veri Napoli non è solo una città, ma l’unico luogo al mondo in cui davvero vivere in pieno la vita, con tutti i sentimenti e le emozioni possibili.

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