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Ultimo aggiornamento: 19:19 del 28 Maggio

Scintille tra Cerasa e Fassina su La7. “Difesa dell’Ucraina ci penalizza? Balle”. “Lei vede dei film, basta propaganda”

“I valori europei valgono solo contro la Russia?”. Fassina "smaschera" il doppio standard su Israele in un botta e risposta con Cerasa
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Botta e risposta a Omnibus (La7) tra l’ex viceministro dell’Economia Stefano Fassina e il direttore del Foglio Claudio Cerasa sul 17esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia deciso dall’Unione europea nei giorni scorsi.
Fassina critica duramente l’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’assemblea annuale di Confindustria, definendo le sue parole “surreali” e stroncando la sua iniziativa di aumentare le importazioni di gas dagli Stati Uniti , “che costa tre quattro volte in più di quello che pagavamo prima”.

Scudisciate dell’ex deputato di LeU anche alla Ue: “Se non ricostruiamo un rapporto con la Russia, per l’Unione Europea vi sarà una dipendenza energetica che la renderà politicamente subalterna agli Usa”.
Dissente il vicedirettore del Sole 24 Ore Daniele Bellasio, ma Fassina ribadisce: “Bisogna ricostruire delle relazioni con la Russia per evitare lo scenario che stiamo attraversando. Siamo in recessione da due anni perché siamo stati passivamente a seguito degli Stati Uniti, che hanno tenuto una linea sull’Ucraina che contraddiceva radicalmente gli interessi europei”.
“Sta dicendo che era meglio consegnare l’Ucraina a Putin e continuare a comprare gas russo?”, chiede Bellasio.
“Ma non si tratta di consegnare – risponde Fassina – si tratta di prendere atto. Tanto succederà: bisognerà fare un accordo con la Russia, che non sarà quello che vorremmo tutti noi, perché i rapporti di forza non ce lo consentono. Mi pare che anche lei prima dicesse che il tempo gioca a favore di Putin. Quindi, faremo un accordo, che non sarà purtroppo alle condizioni che vorrebbe l’Ucraina e che vorremmo noi, perché la nostra dipendenza energetica dal gas degli Stati Uniti compromette la nostra manifattura. È un fatto, non è un’opinione politica“.
E aggiunge: “Uno poi può dire che pagheremo questo prezzo in nome di non si sa bene quali valori, perché poi quei valori valgono soltanto rispetto alla Russia e non rispetto a Israele“.

Di tutt’altra linea è Cerasa che replica: “Il Foglio è l’unico giornale al mondo che dedica uno spazio in prima pagina da tre anni al tema dell’Ucraina. Vorrei dire, innanzitutto, caro onorevole Fassina, che l’Europa non è recessione. È una balla che la Ue ha subito gravemente il peso della difesa dell’Ucraina. Difendere l’Ucraina è stato giusto, doveroso, necessario e sacrosanto. La Ue non ha subito tutte quelle conseguenze economiche che si diceva avrebbero subito 3 anni fa – continua – Le sanzioni alla Russia hanno fatto più male a Mosca che a noi. L’Europa ha continuato a produrre, a crescere, a creare lavoro. Quindi, è più che sostenibile aver rotto quel maligno, pericoloso e scellerato legame con la Russia dal punto di vista della produzione del gas, sul quale non bisogna transigere dal punto di vista etico, morale ed economico”.

Lei vede dei film – rilancia Fassina – I nostri lavoratori e le nostre piccole imprese stanno pagando un prezzo altissimo per la continuazione della guerra in Ucraina. Credo che l’interesse dell’Europa sia quello di ricostruire una relazione con la Russia non solo per ragioni economiche ma anche per una prospettiva di costruzione di un ordine globale che mantenga un minimo di possibilità di convivenza. Ovviamente c’è tutta una serie di settori che beneficiano della guerra, a cominciare da quelli che producono armi e ed energia”.
E conclude: “Continuare questa guerra è un costo enorme e non porta a nessun miglioramento dei rapporti di forza. Le sanzioni hanno fatto male più all’Europa e ai nostri lavoratori, Putin va avanti perché il mondo è diversificato e quello che non importa da noi lo prende da altri e anche dalle nostre imprese che triangolano con altri Stati. Quindi, sarebbe ora di mettere un po’ da parte la propaganda – chiosa – e magari ricordarsi dei valori europei anche quando si tratta di Gaza perché i morti e la difesa dei confini dovrebbero valere per tutti, non à la carte in misura alternata”.

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