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Giustizia, Parodi (Anm): “Magistrati mafiosi? Gravi le parole di Delmastro”

Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati risponde al sottosegretario del governo Meloni, che aveva paragonato le toghe agli esponenti dei clan criminali
Giustizia, Parodi (Anm): “Magistrati mafiosi? Gravi le parole di Delmastro”
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Si inasprisce lo scontro tra governo e magistratura dopo le accuse di Andrea Delmastro. “Le frasi del sottosegretario alla Giustizia sono gravi e trasmettono un’immagine della magistratura completamente errata”. Il giudizio, affidato al quotidiano La Stampa, porta la firma del presidente dell’Anm Cesare Parodi. La frase di Delmastro che avvicina toghe e mafiosi “è assolutamente generica e gratuita. O si fa un riferimento a qualche affermazione diretta, o altrimenti… I singoli rispondono delle loro singole affermazioni. I magistrati, né nel loro insieme né specificatamente, non hanno mai assunto un linguaggio nemmeno lontanamente vicino a quello mafioso”.

“Il magistrato che dovrebbe sentire pulsioni di giustizia dice che Meloni è pericolosa perché non ha inchieste: questo lo dicono i mafiosi, non i magistrati”, aveva detto Delmastro a un convegno di FdI a Torino prendendo ancora una volta a pretesto il discusso “caso Patarnello” dello scorso ottobre. Il riferimento era alla mail privata inviata dal pm di Cassazione Marco Patarnello, esponente della corrente progressista di Magistratura democratica, sulla mailing list dell’Associazione nazionale magistrati: in quel messaggio Patarnello scriveva che la premier “non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, ma “rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto“. Un ragionamento che ora Delmastro taglia con l’accetta per paragonare Patarnello a un mafioso. L’esponente di governo aveva poi accusato i magistrati di voler “tramortire” la riforma sulla separazione delle carriere, “perché avrà un effetto devastante sul potere delle toghe rosse”.

Rispetto a quest’ultimo punto Parodi commenta: “Questa è un’affermazione che si iscrive in una più ampia logica di pensiero, che vorrebbe la magistratura divisa, manichea, con la magistratura di sinistra che controlla e condiziona anche i moderati. Siamo straordinariamente uniti negli obiettivi e nella condivisione dei valori fondamentali. Questa è la verità ed è scomoda. La prova più tangibile di questa unità sono io. Sono magistrato di un gruppo moderato e sono a capo della magistratura associata”. Sempre Delmastro dichiara che i giudici vengono promossi per affiliazione alle correnti: “Io chiedo di fare nomi e cognomi. Il sistema non può essere rappresentato in questo modo. Sono accuse vecchie”.

L’Anm non ha risparmiato critiche sul Dl sicurezza: “Al di là del merito quello che davvero preoccupa è il metodo. Un provvedimento che era in discussione da un anno, improvvisamente è diventato urgente. Non solo. Degli emendamenti proposti dall’opposizione, non ne è stato preso in considerazione quasi nessuno. Il dibattito parlamentare è stato vanificato“. Si è creato un precedente “che è sempre qualcosa che cambia le prassi costituzionali, parlamentari e come tale va analizzato con molta attenzione. Va da sé, che applicheremo le nuove norme”.

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