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La denuncia contro Rocchi e le “interferenze” dei supervisori: come funziona la procedura del Var

Quali sono le regole che codificano l'intervento della tecnologia, come funziona il lavoro degli arbitri dietro al monitor e perché non sono previsti altri ruoli
La denuncia contro Rocchi e le “interferenze” dei supervisori: come funziona la procedura del Var
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Ormai da tempo l’acronimo Var è entrato di diritto in tutte le discussioni pallonare. I tifosi di calcio hanno imparato a conoscerlo, amarlo e odiarlo. In Serie A è stato introdotto da ormai 7 anni: è stato al centro di polemiche sul suo utilizzo più o meno invasivo. La procedura però non è mai cambiata: al Var (acronimo di Video Assistance Referee) ci sono un arbitro, chiamato appunto Var, e un assistente arbitro (Avar) che guardando i monitor decidono se suggerire al direttore di gara in campo di riguardare le immagini e decidere se cambiare o confermare la sua decisione. Nessun regolamento e nessun protocollo prevedono l’intervento di un “supervisore“: per questo la denuncia di un guardalinee contro il designatore Gianluca Rocchi, svelata in esclusiva dal Fatto Quotidiano, rappresenta un fatto gravissimo. Una presunta interferenza di una figura non codificata e non prevista che condizionerebbe il lavoro degli arbitri, interferendo quindi sulle decisioni e sul risultato delle partite.

Come funziona il Var

Il Var è stato introdotto per correggere tramite l’ausilio della tecnologia alcune decisioni prese dagli arbitri in campo. Il suo ambito di applicazione è delimitato a casistiche specifiche: le azioni che hanno portato a un gol, i falli da calcio di rigore, i falli da cartellino rosso e i casi di scambio di identità (ad esempio, un giallo assegnato al giocatore sbagliato). In una sala sono presenti il Var, l’Avar e gli operatori che forniscono il supporto tecnico: seguono la partita su sei monitor. Se intuiscono che possa esserci stato un “grave ed evidente errore” da parte dell’arbitro in campo nel giudicare una delle quattro fattispecie citate, lo informano che è in corso un check da parte del Var. A quel punto, visionano i replay a disposizione da diverse angolature e poi decidono se suggerire all’arbitro una revisione dell’azione incriminata davanti allo schermo, chiamata on field review. È l’arbitro in campo a decidere se andare al monitor e poi a decidere se confermare o ribaltare la sua decisione. Per questo il Var è diverso dalla cosiddetta “moviola in campo” o “var a chiamata”, una soluzione alternativa in cui sono gli arbitri in campo o gli allenatori delle squadre a chiedere l’intervento della tecnologia. Solo in pochissimi casi (l’esempio più classico è il fuorigioco) dove l’errore è oggettivo, allora è il Var a comunicare all’arbitro il cambio di decisione, senza revisione al monitor.

Il centro di Lissone

In Italia esiste un centro Var per la Serie A e la Serie B, a Lissone, presso l’International Broadcasting Centre (IBC). La struttura è stata voluta da FIGC e Lega Serie A perché permette di riunire in unico luogo tutti gli arbitri assegnati al VAR in occasione delle partite dei due più importanti campionati di calcio italiani. Esistono otto sale operative da cui i vari arbitri possono seguire i match da remoto, visionando tutto in ritardo di appena 3 secondi rispetto alla partita. Proprio a Lissone sarebbero avvenuti gli episodi opachi denunciati dal guardalinee Rocca in una dura lettera. Nel documento si parla di un intervento del designatore Rocchi durante l’ultimo Udinese-Parma per segnalare un fallo di mano. Come racconta Lorenzo Vendemiale sul Fatto, il supervisore è una presenza fissa ed ingombrante a Lissone: ogni giornata, si piazza nel salottino centrale che comunica con tutte le salette Var, separato soltanto da una porta di vetro trasparente. Non solo Rocchi, ma anche gli altri vertici arbitrali. Il problema però è che questa figura non è codificata da nessun regolamento. Dovrebbe essere lì solo per valutare l’operato degli arbitri varisti, non certo per intervenire o interferire sulle decisioni. Questo non lo prevede nessuna norma sul Var.

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