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L'autrice del libro edito da Paper First: "Ancora necessario parlare di Renzi perché il renzismo è sopravvissuto a Renzi"
C’è stato un tempo in cui Matteo Renzi sembrava l’uomo nuovo. Giubbotto di pelle, battuta pronta, comparsate in tv da Maria De Filippi. “Royal Baby” per Giuliano Ferrara, “il Bomba” per chi lo conosceva meglio. Poi è venuta la scalata al Partito Democratico, il 40,8 per cento alle Europee, il referendum costituzionale, il crollo. Ma secondo Daniela Ranieri, la storia non è affatto finita.
“È ancora necessario parlare di Renzi perché il renzismo è sopravvissuto a Renzi“, ha detto domenica 18 maggio al Salone del Libro di Torino presentando il suo “Il rottamato. Antropologia di Matteo Renzi”, in uscita questa settimana per PaperFirst. Con lei sul palco, Marco Travaglio, che firma la prefazione del libro e ha condiviso il racconto di alcune pagine con il pubblico.
L’attuale e provvisoria versione di Renzi lo vede leader marginale ma onnipresente, senatore a gettone, conferenziere per monarchie petrolifere, oppositore autoproclamato del governo Meloni. “Renzi ha cercato di farsi caricare dalla destra – dice Travaglio – Solo che la destra, tra i suoi infiniti difetti ha un pregio: non lo vuole. Hanno capito che chi si allea con lui sono più i voti che perde di quelli che guadagna”.
“Il rottamato. Antropologia di Matteo Renzi” è un libro satirico che si può leggere anche come un romanzo, in cui il renzismo viene smontato pezzo per pezzo: “Non parlo solo di lui, ma di un intero universo ‘valoriale’ che ha portato sulla scena pubblica. Narrazioni tossiche, slogan travestiti da riforme, l’epica neoliberista dello storytelling e del merito”. Il tono è pungente, ma il metodo è quello dell’analisi culturale. Un’antropologia, appunto. “Solo i grandi riescono a eternarsi in un aggettivo. Pensate a Kafka o Berlusconi. Anche Renzi ha il suo, chiunque saprebbe riconoscere un atteggiamento ‘renziano’”.
Nel libro c’è tutto: la retorica della rottamazione, l’ossessione per il consenso, la costruzione del potere attraverso media compiacenti. “Renzi non ha il profilo delinquenziale di Berlusconi né lo stesso impero mediatico – aggiunge Ranieri – ma ha incarnato un modello di potere fluido, insinuante. È diventato il referente di un blocco borghese-padronale che ancora oggi ha voce sui giornali più letti del Paese e spinge sempre per un ‘centro’ contro i ‘populismi’”.
Il rottamato è anche un manuale di sopravvivenza linguistica: seziona tic, frasi, pose e interviste del personaggio. Lo fa con precisione clinica e ironia continua. “A volte dimentichiamo quanto la satira, oggi come ieri, possa essere una cosa molto seria”.