Il mondo FQ

Castellammare di Stabia, 11 arresti: estorsioni, mafia e quella casa regalata alla figlia della vittima per dire il falso

Colpo al clan D'Alessandro nell'inchiesta della Dda di Napoli: la donna avrebbe reso una testimonianza favorevole a Vincenzo Ingenito, cognato di Luigi D’Alessandro, imputato di essere un mandante dell’assassinio del padre
Castellammare di Stabia, 11 arresti: estorsioni, mafia e quella casa regalata alla figlia della vittima per dire il falso
Icona dei commenti Commenti

L’omicidio di Pietro Scelzo nell’androne del cortile di casa sua a Castellammare di Stabia avvenne nel 2006. Lo ammazzarono con 11 colpi di pistola calibro nove. Secondo alcune sentenze fu ordinato dal clan D’Alessandro come vendetta per la sua adesione a una cosca rivale. Se ne torna a parlare nelle carte di una nuova retata della Dda di Napoli – procuratore Nicola Gratteri, pm Giuseppe Cimmarotta – che ha eseguito insieme ai carabinieri di Torre Annunziata 11 arresti nel clan D’Alessandro per associazione camorristica, estorsione, e per la presunta corruzione di una testimone, Katia Scelzo, nel processo per l’omicidio del padre. Sono 16 in tutto gli indagati.

Secondo il capo di imputazione contenuto nell’ordinanza notificata nelle scorse ore, la donna avrebbe reso una testimonianza favorevole a Vincenzo Ingenito, cognato di Luigi D’Alessandro, imputato di essere un mandante dell’assassinio del padre, in cambio di una casa. Per la signora Scelzo la procura aveva chiesto l’arresto, il Gip ha rigettato “per mancanza di esigenze cautelari”. La testimonianza in questione avvenne nel febbraio 2022 e la donna in aula negò l’esistenza del clan D’Alessandro e l’appartenenza di Ingenito al clan. La consegna della casa, in un quartiere di Castellammare di Stabia, quale presunto ‘premio’ per la deposizione, sarebbe poi avvenuta con un atto notarile stipulato nel settembre successivo, dopo aver interloquito con un geometra vicino al clan per procurarsi la documentazione necessaria. La donna l’avrebbe ottenuta senza sborsare un euro. È una delle accuse contestate a Vincenzo D’Alessandro, detto ‘o zio’, secondo gli inquirenti l’attuale capo della cosca che da decenni opera sul territorio di Castellammare di Stabia. Tra i vari episodi di estorsione ricostruiti dalla Dda, ce n’è uno che vede indagato un noto professionista stabiese che avrebbe agito in qualità di intermediario con la ditta edile vittima del pizzo.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione