“Scommesse su siti illegali”: 12 calciatori di Serie A indagati. “I debiti pagati con orologi di lusso”

Da Fagioli a Tonali, da Bellanova a Di Maria: sono 12 i nomi di calciatori di Serie A finiti al centro dell’indagine della Guardia di finanza di Milano su un presunto giro di scommesse clandestine, anche attraverso piattaforme on line. Un’inchiesta che ha portato al sequestro di oltre un milione e mezzo di euro a cinque persone e a una società per “esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, riciclaggio e responsabilità amministrativa degli enti”. Sono stati anche notificati, nell’inchiesta di pm Paolo Filippini e Roberta Amadeo, “decreti di fissazione di interrogatorio preventivo” davanti al gip, dopo la “richiesta di applicazione” dei domiciliari per i cinque indagati.
L’analisi dei telefoni di Fagioli e Tonali – L’inchiesta, anticipata dal Corriere della Sera, parte dall’analisi dei telefoni – sequestrati nell’ottobre 2023 dalla Guardia di finanza di Torino – al centrocampista del Milan e della nazionale Sandro Tonali (oggi al Newcastle) e al centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli (oggi alla Fiorentina). Gli episodi risalgono al periodo 2021-2023. Questi, invece, i nomi dei calciatori coinvolti nell’inchiesta: oltre a Tonali e Fagioli anche il centrocampista milanista Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo (Fiorentina), il portiere juventino Mattia Perin e il compagno centrocampista americano Weston James Earl McKennie, gli ex juventini Leandro Paredes e Angel Di Maria, il difensore della nazionale Raoul Bellanova, il centrocampista Samuele Ricci, gli attaccanti Cristian Buonaiuto e Matteo Cancellieri, il difensore dominicano Adames Hector Junior Firpo (Leeds United) C’è anche il tennista Matteo Gigante e un’altra decina di non sportivi. I calciatori, secondo quanto emerso, non avrebbero scommesso sul calcio ma su altre discipline, ora rischiano comunque provvedimenti davanti alla giustizia sportiva.
La gioielleria e gli acquisti di orologi di lusso – Così sarebbe emerso che altri calciatori avrebbero puntato diverse quantità di denaro a due gestori di piattaforme illegali di scommesse online (Tommaso De Giacomo e Patrick Fizzera). Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i due si sarebbero fatti aiutare da tre amministratori di una gioielleria milanese (Antonio Scinocca, Antonio Parise e Andrea Piccini) utilizzata quasi come una banca per occultare le scommesse. I pm Roberta Amadeo e Paolo Filippini, che coordinano l’indagine affidata ai militari della Guardia di Finanza sella sezione di polizia giudiziaria della Procura, hanno ricostruito oltre al giro di atleti, che si è allargato ad almeno una ventina, “dediti al gioco d’azzardo” su piattaforme legali o illegali e che si sono ritrovati ad essere indebitati per le puntate effettuate. E poi hanno accertato un meccanismo con cui “drenare” i conti ai calciatori architettato da Tommaso De Giacomo, Patrik Frizzera e l’ex arbitro Pietro Marinoni. I calciatori coinvolti nell’indagine, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, pagavano i debiti di gioco con bonifici alla gioielleria Elysium di Milano, fingendo di acquistare Rolex e altri orologi di lusso. Secondo l’accusa, prima si vedevano fare credito dagli organizzatori delle scommesse. Poi, quando il debito si faceva oneroso, venivano indirizzati alla gioielleria affinché in apparenza pagassero con bonifici perfettamente tracciabili il prezzo degli orologi, che restavano in negozio nella disponibilità degli organizzatori, mentre gli sportivi uscivano solo con la fattura emessa a fronte dell’acquisto simulato.
La “pubblicità” di Fagioli e Tonali – Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina, e Sandro Tonali, ora al Newcastle, “oltre ad aver effettuato numerose scommesse” sulle piattaforme illegali, avrebbero ricoperto il ruolo di collettori di scommettitori e sarebbero stati “remunerati con bonus sui propri conti di gioco” e con riduzione dei debiti, si legge nella richiesta di sequestro preventivo di circa 1,5 milioni di euro nei confronti di persone ritenute organizzatrici del business illecito. Emerge dagli atti dell’inchiesta milanese. I due, infatti, sono indagati per una contestazione che riguarda anche la “pubblicità” data al giro di scommesse illegali, mentre tutti gli altri come “meri scommettitori“. Questi ultimi sono venti in totale, tra cui non solo calciatori ma anche altri sportivi.
“Gatti aiutò fagioli a pagare i debiti” – Nell’inchiesta milanese dei pm Filippini e Amadeo e della Gdf, sarebbe stato accertato che Nicolò Fagioli “per far fronte al pagamento dei debiti di gioco, si sia avvalso, oltre che delle proprie disponibilità, di prestiti in denaro concessi da altri“, tra cui Federico Gatti, difensore della Juventus e suo ex compagno di squadra, che non è indagato. Negli atti, infatti, figurano anche i nomi di tanti altri sportivi e calciatori, non indagati, che avrebbero, in sostanza, coperto le perdite di quelli che scommettevano, come appunto Gatti per Fagioli.
Da pm di Milano gli atti alla Figc – La Procura di Milano, diretta da Marcello Viola, trasmetterà gli atti dell’inchiesta alla Procura federale della Figc per quanto riguarda i profili sportivi e eventuali sanzioni disciplinari. Da quanto si è saputo, i calciatori che hanno scommesso e sono indagati dal punto di vista penale non rischiano molto e possono uscire dal procedimento pagando un’oblazione. Le verifiche più rilevanti saranno quelle della giustizia sportiva. Mentre l’inchiesta, stralcio di quella torinese trasmessa, si è concentrata sugli organizzatori delle scommesse.
Il procuratore Viola spiega il sistema – Dalle indagini è emerso “un gruppo attivo nell’area milanese – spiega il procuratore Marcello Viola – ritenuto responsabile dell’organizzazione illegale di scommesse, anche attraverso piattaforme online non autorizzate, utilizzate da numerosi scommettitori”. È stato “appurato come gran parte dei pagamenti a saldo dei debiti di gioco destinati agli organizzatori”, quantificati in oltre 1,5 milioni di euro, “fossero veicolati mediante una gioielleria di Milano” per “ostacolare la provenienza illecita del denaro e rendere difficile l’identificazione del reale beneficiario”. Un presunto “sistema” che avrebbe previsto “finte vendite da parte della gioielleria di orologi e monili di lusso che, in realtà, non venivano materialmente consegnati, ma costituivano unicamente la causale per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse effettuate sulle piattaforme illegali”.
“Meccanismo consolidato e strutturato” – È venuto a galla, spiegano i pm, anche un meccanismo “consolidato e strutturato per il pagamento dei debiti di gioco da parte degli scommettitori a favore degli organizzatori” con “l’utilizzo di numerosi soggetti prestanome che, mettendo a disposizione le proprie carte PostePay, account Revolut e conti correnti, ricevevano le transazioni finanziarie” per almeno 300mila euro, “destinate a saldare o ridurre le posizioni debitorie derivanti dalle scommesse illegali”. Per la stessa “finalità, i prestanome si occupavano anche della riscossione di denaro contante, per un importo stimato di almeno 400mila euro”. In aggiunta, “alcuni scommettitori, in cambio di bonus, ovvero di una riduzione del proprio debito di gioco, diffondevano e pubblicizzavano le piattaforme illegali nei confronti di altri”, facilitando così “l’apertura e il caricamento di sempre nuovi conti di gioco”.
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