Minori stranieri, la Procura dei minori di Firenze: “Abbandonati in centri inadeguati, così aumenta il crimine”
I centri di prima accoglienza per i minori stranieri non accompagnati sono inadeguati. Anzi, ingigantiscono il problema sul fronte della sicurezza pubblica. La tesi la illustra durante una conferenza stampa la procuratrice capo del Tribunale dei minori di Firenze, Roberta Pieri, che, dopo aver lanciato un ‘grido di dolore’ sulle condizioni della procura, si lancia in quello che considera il passaggio decisivo per il contrasto alla criminalità giovanile, la prevenzione. E parte da un capitolo più che delicato, anche perché falcidiato dagli scontri politici: l’accoglienza dei minori migranti non accompagnati. “La prima accoglienza, prevista da una normativa all’avanguardia, non è adeguata“. E’ così in tutta Italia, dice. “In Toscana non ci sono comunità, non ci sono strutture che possano adeguatamente effettuare una prima accoglienza. Chi è portato a delinquere, quindi, lo è portato all’ennesima potenza. Manca infatti un’assistenza psicologica, così come quella tossicologica” rispetto a chi “fa uso non solo di sostanze stupefacenti come hashish, ma anche di Rivotril o Lyrica”.
I dati già presentati in occasione dell’ultimo anno giudiziario riportano per il 2024 un aumento del 16% dei reati di matrice violenta nel distretto toscano rispetto all’anno precedente. In crescita rapine, lesioni, violenze sessuali e stalking, in aumento le segnalazioni di pregiudizio civile, ma, ha detto Pieri, “per riuscire a fare una corretta prevenzione non è più possibile lasciare le procure minorili sprovviste di magistrati e di personale amministrativo”. “La procura minorile di Firenze dovrebbe avere in organico quattro magistrati oltre al procuratore capo ma ad oggi sono presenti in tutto quattro magistrati per una competenza che si estende su tutto il distretto della Toscana. Questo non è più possibile se si vuole investire veramente sulla sicurezza del cittadino e sulla prevenzione e sull’educazione del minore”. “Dieci anni fa sono arrivata alla procura per i minori da pm”, spiega Pieri, da un anno procuratore capo. “In questo periodo è cambiata la società, è cambiata la famiglia e c’è stato il Covid che ha modificato le relazioni sociali. Ma anche i reati sono aumentati, buona parte dei quali viene commessa da minori stranieri non accompagnati. Ragazzi che non hanno famiglia, non hanno riferimenti e presentano problematiche psicologiche legate al loro vissuto”.
“In Toscana la prima accoglienza non è adeguata: non ci sono comunità idonee e quelle esistenti offrono solo vitto e alloggio. Di conseguenza chi è portato a delinquere non viene fermato“, denuncia Pieri. Inoltre è emerso dalle indagini, i minorenni non agiscono da soli. “Spesso vengono utilizzati dai maggiorenni per commettere reati, nella falsa convinzione che la disciplina sia meno severa per i ragazzini. Tutto falso: nell’ultimo anno sono aumentati gli arresti per i minorenni”. Nei giorni scorsi sono stati sottoposti a fermo due maggiorenni e un 17enne per una rapina messa a segno ai danni di una giovane la notte del 7 marzo scorso nel centro di Firenze. Le indagini hanno accertato che mentre i più anziani facevano da palo, il minorenne ha spinto a terra la donna torcendole la mano per strapparle il cellulare. “Occorre investimento maggiore, risorse economiche per formare adeguatamente gli operatori che lavorano nelle comunità di accoglienza e per predisporre progetti educativi”, ha concluso Pieri. “Si trascura la giustizia minorile perché si pensa sempre più alla normativa solo in termini di repressione e adeguata a certi tipi di reato, dimenticando che gli adulti criminali sono stati a loro volta dei minori”.
La questione sollevata si ricollega alle polemiche nel dibattito pubblico, rilanciate dopo che il governo Meloni, col decreto legge 133 del 5 ottobre 2023, ha deciso che in caso di posti insufficienti nelle strutture dedicate ai minori stranieri non accompagnati, il prefetto può disporre che chi ha meno di 16 anni venga alloggiato nei centri di prima accoglienza (hotspot) e di accoglienza straordinaria per adulti (Cas). Inoltre, il governo ha deciso l’allungamento dei tempi di permanenza, fino a 50 giorni o, in caso di proroga, fino a 150 giorni. Una misura subito denunciata da tutte le realtà che tutelano i diritti dei minori, perché contraria alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, oltre alle direttive europee in materia come la 33/2013, che menziona la possibilità di collocare un minore in una comunità per adulti, ma soltanto se è nel suo superiore interesse, perché magari nel Cas c’è l’unico suo parente in Italia. Un’opzione residuale, da valutare caso per caso, ma certo non per l’indisponibilità di posti. Oltre a ledere i diritti, si crea marginalità e si incentivano percorsi di illegalità.