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Mattarella firma il decreto Sicurezza: il provvedimento-bandiera del governo va alle Camere per la conversione in legge

Il testo, frutto di un blitz del governo, ricalca quasi completamente i contenuti del ddl Sicurezza
Mattarella firma il decreto Sicurezza: il provvedimento-bandiera del governo va alle Camere per la conversione in legge
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto Sicurezza, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, che passa quindi ora alle Camere per la conversione in legge (obbligatoria entro sessanta giorni a pena di decadenza). Il decreto, frutto di un blitz del governo, ricalca quasi completamente i contenuti del ddl Sicurezza, bloccato al Senato per un problema di coperture economiche: nel testo sono contenute varie misure-bandiera di stampo securitario e repressivo, tra cui il divieto di vendita di cannabis light (priva di sostanze psicotrope), il carcere fino a due anni per i blocchi stradali, il nuovo reato contro le occupazioni abusive, il maxi-salvacondotto per gli agenti segreti infiltrati (che potranno arrivare a dirigere organizzazioni criminali) e l’abolizione dell’obbligo di rinvio della pena per le condannate incinte o madri di bambini fino a un anno. Secondo un calcolo del professor Gian Luigi Gatta, ordinario di Diritto penale all’Università Statale di Milano, il provvedimento introduce 14 nuove fattispecie di reato e nove circostanze aggravanti.

Su input del Quirinale, dal testo è stato espunto uno dei contenuti più discussi, cioè l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di fornire informazioni all’intelligence. Cancellato, poi, il divieto di acquistare sim telefoniche per i migranti irregolari: non servirà il permesso di soggiorno ma basterà un documento d’identità. Leggermente ristretta la definizione del nuovo reato di rivolta in carcere, che si applicherà solo agli atti “di resistenza all’esecuzione degli ordini impartiti per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza“, e non più di ogni tipo di ordine. Mini-ridimensionamento anche per la norma “anti-no Ponte“, l’aggravante dei reati di resistenza a pubblico ufficiale se vengono commessi durante le proteste contro le grandi opere: la formulazione è stata precisata, ma continuerà a minacciare i manifestanti contro il Ponte sullo Stretto di Messina o contro il Tav in val di Susa.

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