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Musk su Navarro: “Un idiota”. Chi è il consigliere di Trump che per sostenere i dazi inventò un economista inesistente

In diversi libri cita Ron Vara, presentandolo come autorevole fonte e sostenitore delle sue idee. Ma è un personaggio inventato: il nome è l'anagramma del suo
Musk su Navarro: “Un idiota”. Chi è il consigliere di Trump che per sostenere i dazi inventò un economista inesistente
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Nuovo capitolo per la guerra ormai alla luce del sole tra “esperti” e consulenti che affiancano il presidente Donald Trump. Elon Musk, alla guida del Doge, è tornato ad attaccare Peter Navarro, il consigliere al commercio, definendolo “idiota” e “più stupido di un sacco di mattoni“. L’affondo arriva dopo che Navarro, in un’intervista a Cnbc, aveva detto: “Alla Casa Bianca lo capiamo tutti, e lo capiscono anche gli americani, che Elon è un produttore di auto. Anzi è un assemblatore di auto“, considerato che “buona parte” delle batterie delle auto Tesla arriva dal Giappone e dalla Cina. Il miliardario, piccato, ha ricordato che Tesla è la casa automobilistica con più vetture Made in America.

Navarro, “falco” del protezionismo, affianca Trump fin dal primo mandato, quando guidò il Consiglio nazionale sul Commercio della Casa Bianca. La storia di come venne selezionato è nota e istruttiva. Il tycoon incaricò il genero Jared Kushner di trovare qualcuno che potesse ricoprire il ruolo di consigliere economico. Kushner, ha raccontato Vanity Fair nel 2017, si mise a sfogliare titoli di libri su Amazon.com. Restò colpito dal suggestivo “Death by China“, del 2011, copertina aggressiva e un messaggio chiaro nello stile gradito a Trump: occorre mostrarsi duri, decisi, e avversari della Cina.

L’autore era un economista poco noto al grande pubblico, Navarro. Che accettò di unirsi al team di Trump come consulente economico.
Rachel Maddow di Msnbc aggiunge un ulteriore dettaglio surreale: l’economista aveva l’abitudine, per sostenere le proprie tesi aggressive sui dazi, di citare un esperto di economia di nome Ron Vara, presentandolo come autorevole fonte e sostenitore delle sue idee. In “Death by China” si citava per esempio questa sua – presunta – frase: “Solo i cinesi riescono a trasformare un divano in pelle in un bagno d’acido, una culla per bambini in un’arma letale e la batteria di un cellulare in una scheggia che perfora il cuore”. Ma Ron Vara non era reale. Era un personaggio inventato dall’autore.

Il nome era semplicemente l’anagramma di “Navarro”. Che aveva creato questo economista immaginario per attribuire credibilità alle sue posizioni, citandolo ripetutamente come se fosse un’autorità indipendente e riconosciuta. Dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca, l’immaginario Ron Vara riapparve brevemente in un memo fatto circolare a Washington, che sosteneva proprio le aggressive politiche tariffarie del presidente. Ancora una volta, Navarro usava questa figura inesistente per giustificare le sue convinzioni. Il “New York Times” scoprì rapidamente che anche in questo caso si trattava di una finzione, con tanto di email falsa associata al fantomatico Ron Vara.

Peter Navarro commentò la vicenda dicendo che il suo alter ego era una ”trovata scherzosa” e che “in nessun momento il personaggio è stato utilizzato in maniera impropria come fonte di fatti reali”, ma nel frattempo altri economisti avevano citato Vara nei loro scritti. La sua casa editrice Prentice Hall (gruppo Pearson) da quel momento ha introdotto una nota nelle ristampe dei libri per segnalare che si tratta di uno pseudonimo dell’autore.

La storia non ha avuto effetti sulla fiducia di Trump per Navarro. D’altronde, il tycoon negli anni ’80 inventò un portavoce immaginario di nome John Barron (nome che diede al quinto figlio, avuto con Melania). Oggi l’economista è consigliere per il commercio della Casa Bianca. Ieri sul Financial Times ha pubblicato una specie di manifesto per la guerra commerciale del Trump-2: inutile parlare di percentuali tariffarie “ufficiali”, perché secondo Navarro gli altri Paesi usano altri tipi di barriere, come manipolazione valutaria, dumping, sussidi, furto di proprietà intellettuale e ostacoli regolamentari per bloccare le esportazioni americane. La strategia che vediamo in queste ore sarebbe quindi una risposta necessaria a una “emergenza nazionale” causata da un sistema commerciale ingiusto.

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