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Europarlamento, un altro ok al riarmo di Von der Leyen. Coalizioni italiane a pezzi: centrodestra diviso in 3, M5s e Avs contrari, Pd spaccato

La Plenaria approva la relazione sulla difesa comune dopo aver detto sì anche al RearmEu proposto dalla Commissione. Maggioranza di governo in frantumi: Fdi si astiene, Fi a favore, la Lega dice no. Caos nel Pd: i "riformisti" contro la linea Schlein sulle spese per le armi
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L’assemblea plenaria del Parlamento europeo ha approvato la risoluzione sulla relazione sulla politica di sicurezza e di difesa comune dell’Unione Europea. I sì sono stati 399 contro 198 no e 71 astenuti. Poco prima era stato approvato per alzata di mano anche l’emendamento che accoglie il piano di riarmo proposto dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen. Ancora una volta sono finiti in frantumi gli schieramenti di maggioranza e di opposizione. Favorevoli al testo gli eurodeputati di Forza Italia e del Partito Democratico con l’eccezione dei due eurodeputati indipendenti Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Astenuta l’intera delegazione di Fratelli d’Italia sia sull’emendamento per il riarmo sia sull’intera relazione. Contrari a tutto la Lega, il M5s e Verdi-Sinistra. “Ancora una volta sulla politica estera e di difesa le forze di governo si dividono, stavolta non in due tronconi ma addirittura in tre” attacca Gaetano Pedullà, vicecapodelegazione dei 5 Stelle, che definisce “pilatesco” il voto di Fdi.

Per parte sua per il Pd è stata un’altra giornata di psicodramma. La linea ufficiale, espressa dal capodelegazione a Strasburgo Nicola Zingaretti, era quella di votare contro l’emendamento che accoglieva il Rearm Eu di Von der Leyen e a favore del testo sulla difesa comune europea, elaborato da popolari, liberali e socialisti, del cui gruppo fanno parte i democratici italiani. Un orientamento ribadito più volte nelle scorse settimane dalla segretaria Elly Schlein, per quanto in precario equilibrio: sì a una difesa comune europea, no a un riarmo nazionale. Tuttavia l’ala cosiddetta riformista del partito e del gruppo si è subito contraddistinta annunciando – con Pina Picierno e Giorgio Gori in testa – il proprio parere favorevole anche al piano di riarmo. In sostanza l’esito è stato identico ad alcune settimane fa quando, come si ricorderà, su questi temi la delegazione dem si era già spaccata a metà su una risoluzione che chiedeva che le risposte dell’Ue ai rischi esterni siano “simili a quelle in tempo di guerra”, accogliendo “con favore il piano ReArm Europe, proposto da Von der Leyen. Dieci europarlamentari del Pd avevano votato sì, a dispetto della linea indicata dalla segretaria per l’astensione.

Sulla questione della difesa comune, il testo presentato dalla maggioranza a sostegno della commissione Von der Leyen “insiste sulla necessità di un approccio, di politiche e di sforzi congiunti realmente comuni nel settore della difesa, nonché di un cambiamento di paradigma nella politica di sicurezza e di difesa comune dell’Ue che consenta all’Ue di agire con decisione ed efficacia nel suo vicinato e sulla scena mondiale”. Sulla questione dell’Ucraina, la relazione “ribadisce il suo fermo sostegno alla solidarietà dell’Ue e dei suoi Stati membri nei confronti dell’Ucraina di fronte alla guerra di aggressione della Russia e alla fornitura in tempo utile di tutti i mezzi militari necessari all’Ucraina per difendersi, respingere le forze armate russe e ausiliarie, porre fine al conflitto, proteggere la sua sovranità e ripristinare la sua integrità territoriale entro i confini riconosciuti a livello internazionale”. Inoltre il testo “invita gli Stati membri a revocare tutte le restrizioni che impediscono all’Ucraina di utilizzare sistemi d’arma occidentali contro obiettivi militari legittimi in territorio russo, conformemente al diritto internazionale”.

Un rapporto contro il quale il M5s ha votato “con coerenza e orgoglio“, sottolinea in una nota delegazione 5 Stelle, perché “è un inno alla guerra che chiede ai Paesi membri di preparare le famiglie e i giovani con esercitazioni e iniziative che facciano partecipare la società civile a questo sforzo bellico”. L’approvazione dell’emendamento del Ppe a favore del RearmEu è “vergognoso“, continua il Movimento. “Noi abbiamo votato no al testo finale anche perché contiene questo emendamento e sabato 5 aprile saremo in piazza con migliaia di cittadini per suonare la sveglia a quest’Europa della guerra e delle armi”. “In Europa la maggioranza che sostiene il governo Meloni si è divisa ancora una volta – sottolinea il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra al Senato Peppe De Cristofaro – Sulla politica estera e di difesa votano in maniera differente: Lega contro, Forza Italia a favore e Fratelli d’Italia si astiene. In Europa hanno una posizione comune, ma tre. La maggioranza che sostiene Meloni non esiste più. Gli eurodeputati di Avs hanno votato convintamente contro perché siamo contro il riarmo europeo e per una Europa di pace”.

Tra le altre votazioni spicca anche l’approvazione – per pochi voti, 303 sì e 289 no – di un emendamento sulla relazione sulla strategia di difesa Ue che invita la Commissione ad “aumentare il debito comune per far sì che l’Unione disponga della capacità di bilancio necessaria per contrarre prestiti in situazioni eccezionali e di crisi”. A favore si sono schierati FdI, Forza Italia e Pd, contrari M5s, Avs e Lega. Guardando al voto europeo il testo vede il sostegno massiccio dei socialisti e dei verdi, con la sola eccezione dei verdi italiani. Si spaccano invece Ecr, Ppe e Renew. Nettamente contraria la sinistra Ue. L’emendamento specifica che “tenendo conto dell’esperienza e degli insegnamenti tratti da NextGenerationEU, vista la necessità pressante di rafforzare la sicurezza e la difesa per proteggere i cittadini dell’Ue e ripristinare la deterrenza e sostenere gli alleati, innanzitutto l’Ucraina, l’Eurocamera sottolinea che l’onere di tale azioni deve essere condiviso equamente”.

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