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Parlamento e Commissione Ue sospendono l’accesso ai lobbisti di Huawei fino alla fine delle indagini per corruzione

Un'iniziatica comunicata dai portavoce delle stesse istituzioni europee
Parlamento e Commissione Ue sospendono l’accesso ai lobbisti di Huawei fino alla fine delle indagini per corruzione
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Il Parlamento e la Commissione Ue hanno deciso, a titolo precauzionale, di sospendere con effetto immediato l’accesso alle sue sedi ai rappresentanti di Huawei. Un’iniziatica comunicata dai portavoce delle stesse istituzioni Ue. Il divieto temporaneo, arrivato all’indomani delle accuse di corruzione mosse dalla giustizia del Belgio legate alle attività di lobbying del colosso tecnologico cinese, resterà in vigore almeno fino alla conclusione delle indagini e si applica ai locali di Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo e agli uffici di collegamento dell’istituzione dei 27 paesi. La Commissione ha precisato che i team dei commissari Ue e tutti i dipartimenti “saranno istruiti a sospendere immediatamente i contatti e gli incontri con Huawei fino a nuovo ordine”.

Intanto la procura federale del Belgio comunicherà soltanto lunedì la decisione sulla convalida dei fermi per i lobbisti arrestati ieri all’alba perché sospettati di aver corrotto ex e attuali eurodeputati. Gli interrogatori condotti dal giudice d’istruzione sono ancora in corso. Il termine massimo per la convalida dei fermi è di 48 ore e scadrà dunque sabato mattina. Ieri il colosso tecnologico cinese ha fatto sapere di aver “appreso con grande serietà le accuse e comunicherà urgentemente con i responsabili delle indagini per comprendere meglio la situazione. Huawei ha una politica di tolleranza zero nei confronti della corruzione o di altri illeciti e si impegna a rispettare sempre tutte le leggi e i regolamenti applicabili”.

Nel mirino degli inquirenti belgi una quindicina di eurodeputati. La polizia giudiziaria federale, giovedì, ha effettuato numerose perquisizioni. Tutto è partito da un’indagine su aspetti legati alla sicurezza nazionale dei servizi segreti belgi, che hanno poi passato il dossier alla magistratura inquirente per quanto riguarda le accuse di reati semplici. Gli episodi di corruzione sarebbero andati avanti “con regolarità e molto discretamente dal 2021 a oggi, sotto le mentite spoglie di lobbying commerciale e assumendo varie forme, come la remunerazione per assumere posizioni politiche o regali come spese di vitto e alloggio o inviti regolari a partite di calcio”. Tutto questo “per promuovere interessi commerciali puramente privati nel contesto di decisioni politiche”.

Secondo la procura, “i vantaggi finanziari legati alla presunta corruzione potrebbero essere stati confusi in flussi finanziari legati al rimborso delle spese di conferenza, e versati a vari intermediari, al fine di nasconderne la natura illecita”.

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