
La vasta operazione di martedì mattina si è svolta nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona Imperia e Modena
Una maxi-indagine della procura di Torino ha portato a perquisizioni in abitazioni e carceri in otto province del Centro e Nord Italia. L’inchiesta vede al centro il traffico di stupefacenti negli istituti di pena e conta 116 indagati. I reati ipotizzati – a valle degli accertamenti dei carabinieri e della Polizia penitenziaria – sono di traffico di stupefacenti e altri reati, tutti commessi tra le mura di diversi istituti di pena.
La vasta operazione di martedì mattina si è svolta nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona Imperia e Modena. Le indagini – secondo la tesi dell’accusa – hanno permesso di individuare e porre sotto controllo numerosi telefoni cellulari e smartphone nella disponibilità dei detenuti, introdotti all’interno del carcere con diverse modalità da parenti o dagli stessi detenuti quando fruivano di permessi di uscita.
Dall’inchiesta è emerso che all’interno del carcere Lorusso e Cutugno di Torino c’era un considerevole numero di apparecchi telefonici, utilizzati per mantenere relazioni con l’esterno, sia per motivi familiari sia in ragione dei rapporti con altri criminali all’esterno. Queste ultime relazioni sono risultate finalizzate ad organizzare un articolato spaccio di sostanze stupefacenti che riusciva a far entrare all’interno del carcere con varie modalità, per poi essere smerciate all’interno degli istituti dietro il pagamento con carte prepagate.
Al momento, specifica la procura di Torino, non sono emerse specifiche responsabilità del personale dell’amministrazione penitenziaria in servizio nell’istituto oggetto degli accertamenti. Anzi, sottolineano gli inquirenti, il Dap ha collaborato nelle indagini con il nucleo investigativo della Polizia Penitenziaria.