Il mondo FQ

Olly rinuncia all’Eurovision: per me farlo vincere a Sanremo non è stata una mossa geniale

Olly rinuncia all’Eurovision: per me farlo vincere a Sanremo non è stata una mossa geniale
Icona dei commenti Commenti

di Giovanni M

In molti amanti della musica e non solo abbiamo avvertito l’encefalogramma piatto di questo 75esimo Festival di Sanremo. Sì, quell’edizione ormai passata in cui l’ordine probabilmente era in una delle clausole del regolamento. Non a caso, tutto questo essere composti che aleggiava tra le molecole di ossigeno in uno dei teatri più famosi d’Italia si è materializzata sulla scelta del vincitore. Un ragazzo genovese a molti sconosciuto, il tipico “bravo ragazzo” , quello che tutte le mamme vorrebbero vedere a fianco dei propri figli. Per fortuna la domenica dopo, a far tremare un po’ la terra e a svegliarci da questa settimana di calma apparente, ci hanno pensato gli artisti che si sono esibiti a Domenica In che, in maniera non proprio blanda, hanno contestato l’imposizione di tenere la performance in playback.

Playback, finta, autotune. L’ultimo di questo elenco per la prima volta fu utilizzato durante la registrazione di “Believe”, album di Cher del 1998 che, con l’omonimo singolo, sancì l’entrata di questo editor della voce sbarcando alla numero uno di molte classifiche mondiali. L’uso, in quel caso, era atto solamente a una sorta di distorsione e non propriamente a perfezionare la voce. L’autotune è via via entrato nella nostra vita come il colore “ceruleo” del maglione di Andy ne “Il diavolo veste Prada” e oggi non fa davvero più capire quanto realmente sia bravo un artista dal vivo senza filtri.

Tornando al piatto Sanremo, questa “compostezza” è arrivata alla resa dei conti, compreso il vincitore. Ripeto, nulla contro di lui, ma parliamoci chiaro, la scelta di renderlo vincitore in questa edizione non è stata una mossa geniale. Mossa che ora arriva ad arenarsi. Da giorni, sento che Olly “ha fatto un passo indietro” circa la sua partecipazione all’Eurovision song contest. Un passo che ho apprezzato molto, ma allo stesso mi ha fatto interrogare su questa posizione. Come da sue testuali dichiarazioni che apprendo e cito testualmente “(…) credo fermamente di avere bisogno di connettermi con tutto quello che mi sta accadendo, prima di guardare ancora più in là, di continuare con la mia amata gavetta live di cui parlo sempre con infinito orgoglio. Ho deciso dunque di rinunciare all’opportunità di partecipare all’Eurovision Song Contest, con la consapevolezza che sia una di quelle cose che ti capitano forse una sola volta nella vita”, capisco che ci siano un paio di questioni che non mi tornano.

Maliziosamente parlando, qualcuno al posto suo avrebbe mai fatto “un passo indietro” davanti a una vetrina del genere? Al netto del passo indietro, davvero siamo qui a credere che sia così? Sono molte le perplessità che mi passano in testa dietro alla sua vittoria, ma mi fermo al “passo successivo” che doveva fare. Una narrazione che sto sentendo in questi giorni che lo fa passare ancora di più “il bravo ragazzo” che ha trionfato sul palco dell’Ariston e che si ferma per sedimentare il successo. All’Eurovision permettono di cantare con l’autotune, ma con dei limiti. Uno tra questi è l’esclusione per modificarne l’intonazione. E questo potrebbe stato il problema per cui Olly, anche se si dice che abbia rinunciato per motivi di sold-out dei suoi concerti, non vi parteciperà. Una motivazione a cui ancora oggi non so dare una ragione. Soprattutto dopo le sue dichiarazioni che, a differenza degli Stadio – i quali rinunciarono nel 2016 alla loro esibizione europea – arrivano una settimana dopo.

Non so se sia davvero un problema che deriva anche da una questione di gestione del successo, di concerti o personale, ma quel che è sicuro, proprio per se stesso, è che questo era il momento di dar prova del suo talento mettendosi – come quasi tutti i vincitori – in gioco. Non per mere questioni di ego smisurato, ma sicuramente una soddisfazione personale. Una mossa che sinceramente mette ancora di più in dubbio la valutazione che è stata effettuata in questa edizione. In bocca al lupo a Lucio Corsi.

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione